Rinasce il polo della “Trieste bene”

La scuola Barelli dismessa nel 2013 verso la trasformazione: ipotesi appartamenti

È il giugno del 2013 e, dopo 46 anni di attività, la materna paritaria Armida Barelli di viale Terza Armata 22, scuola che ha accompagnato l’infanzia di tanti figli della “Trieste bene”, chiude definitivamente i battenti. Seguono quattro anni di oblio. Oggi, in virtù di una permuta tra la parrocchia della Beata Vergine del Soccorso e l’immobiliarista di origine veneta Mario Martin Maiko, la destinazione d’uso del palazzo potrebbe subire una svolta, che potrebbe far tornare all’antico splendore la villa progettata dall’architetto Giacomo Zammattio. Tra le ipotesi, la trasformazione in appartamenti, ma il futuro rimane ancora top secret.

Per il momento la villa è inagibile. I tre piani che la compongono, infatti, avevano avuto grossi problemi di manutenzione. La scuola era stata relegata in una piccola ala e il resto era stato smantellato, con lavori iniziati e mai finiti. Il piccolo giardino allestito sulla terrazza per i giochi dei bimbi e ingentilito dalle piante, che si affaccia anche su vicolo delle Ville, era ormai completamente desueto. La funzione di asilo era stata così abbandonata nel 2013, perché «non c’erano più prerogative per andare avanti né dal punto di vista economico né da quello della struttura», spiega don Paolo Rakic, che fu rappresentate legale della materna ed è amministratore della parrocchia della Beata Vergine del Soccorso.

Già all’epoca si parlava dell’idea di voler ricavare degli spazi per appartamenti. Le immagini impresse nella mente di chi l’ha frequentato rimandando a un maestoso scalone in marmo, a soffitti alti, alle rifiniture di pregio quali i pavimenti in legno intarsiato e le pareti bianco latte abbellite da sobrie decorazioni. Il primo piano ospitava la palestra, dove si svolgevano anche lezioni di danza, gli altri due piani accoglievano invece le aule, la stanza per il riposo pomeridiano e la mensa. Il piano terra, dove avevano luogo le feste e le prove del coro e a cui si accedeva attraverso una seconda porta, era un tempo deputato all’alloggio delle carrozze.

Negli anni ’70 la villa era stata acquistata dalla Diocesi per avviare appunto la scuola materna. Quasi cinquant’anni dopo arriva ora una nuova vita per la villa. Maiko, che in città possiede già diversi immobili – tra cui un edificio retrostante l’ex Ospedale militare che si è aggiudicato in un’asta in cui il Demanio aveva messo diversi beni in vendita – ha proposto alla parrocchia della Beata Vergine Maria, in cambio di questo palazzo ai piedi del colle di San Vito, degli appartamenti di sua proprietà ubicati non lontano, in via Santi Martiri. L’accordo, che non è ancora stato perfezionato, potrebbe essere firmato a breve.

Il suo interlocutore rimane don Rakic. Da tempo l’ecclesiastico si è infatti dato da fare affinché si potesse riuscire a cedere l’immobile attraverso una permuta . E l’unico offerente era stato proprio Maiko. Ora si spera che tutto vada a buon fine per il gioiello firmato dall’architetto triestino Zammattio, formatosi al Politecnico di Vienna, dove era entrato in contatto con Enrico Nordio e dove seguì le lezioni sul recupero dello stile rinascimentale italiano di Heinrich von Ferstel, autore dell’attuale sede della Regione in piazza Unità. Rientrato a Trieste (dove morì nel 1927) lavorò inizialmente come capo cantiere, impegnandosi anche nella vita culturale della città: è uno dei fondatori del Circolo artistico triestino e suo primo segretario. E fece tesoro dell’esperienza viennese, tant’è che in molti suoi progetti per la città di Fiume riprese diversi stilemi del gusto neoclassico, rinascimentale, cinquecentesco e seicentesco, palladiano e barocco, aderendo in sostanza all’eclettismo. Che per certi versi è presente anche nelle eleganti strutture della villa di viale Terza Armata, situata in una delle zone più amene ed eleganti di Trieste, sia ieri che oggi.

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