Rinasce il complesso ex Inam
«Questo è il primo taglio del nastro di un complesso Ater cui assisto a Gorizia. Mi auguro che sarà il primo di una lunga serie. Il nostro compito è di spendere tutto ciò che abbiamo per l’edilizia popolare: l’abbiamo sempre fatto, continueremo a farlo».
L’assessore regionale Maria Grazia Santoro non ha fornito cifre su futuri finanziamenti ma ha evidenziato che la piaga della tensione abitativa è in cima ai pensieri della giunta Serracchiani. L’occasione per esprimere questi concetti l’inaugurazione, ieri mattina, dei 39 appartamenti realizzati in via Vittorio Veneto nel complesso ex Inam: l’intervento più ambizioso e più importante (in termini numerici) portato a buon fine dall’Ater negli ultimi anni. Santoro, storpiando per la verità il nome in “Campagnola”, ha ricordato l’intervento del Contratto di quartiere della Campagnuzza, «che metterà a disposizioni altri, importanti alloggi popolari».
A fare da “cicerone” l’amministratore unico di Ater Gorizia Angela Caldarera. Aveva preparato un discorso ma poi è andata a braccio «perché il rischio era di essere troppo ingessata. Questo - le sue parole - è un intervento significativo perché va a recuperare un angolo di città. Sono alloggi di ottima fattura, spaziosi e che rispondono ai dettami del risparmio energetico. Possiamo dirlo: sono un gioiellino di Ater». E proprio perché è un gioiellino, è stato rinnovato l’appello ad utilizzare al meglio gli appartamenti. «Viste le risicate finanze, interventi come questo - ha evidenziato Caldarera - saranno sempre più difficili da realizzare».
Il sindaco Romoli (c’erano anche i primi cittadini di Staranzano e San Canzian d’Isonzo) ha parlato di intervento che «dà una risposta concreta alle necessità di alloggio delle famiglie bisognose» e si è complimentato per la qualità cistruttiva. Il direttore Domenico Degano, dal canto suo, ha voluto essere ancor più convincente sulla necessità di rispettare gli alloggi popolari. «Le risorse sono scarse, i bisogni aumentano così come le richieste di un alloggio popolare - ha evidenziato -. Per questo, curate questi alloggi perché sono casa vostra. E non chiedete l’intervento dell’Ater anche soltanto per cambiare una... lampadina». Insomma, un’assunzione di responsabilità anche perché, effettivamente, si tratta di appartamenti costruiti con cura e che si trovano non lontano dal centro cittadino.
L’edificio venne costruito nella metà degli anni 60 su progetto dello studio Calini-Montuori di Roma, ed è stato sede prima degli ambulatori Inam e successivamente degli uffici direzionali dell’Ass isontina. Sul finire degli anni Novanta, a seguito del manifestarsi di alcuni segni di degrado strutturale, l’edificio venne dismesso dall’Ass e nel 2002 venne acquistato dall’Ater. L’importo complessivo dell’intervento ammonta a 7 milioni di euro (5.424.903,54 di fondi regionali e 1.575.096,46 a carico dell’Ater).
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