Rinasce il complesso ex Inam

Realizzati 39 alloggi popolari. Sobria inaugurazione alla presenza dell’assessore regionale Santoro che promette attenzione «per chi ha bisogno». Appello a rispettare e a curare gli appartamenti
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 21.10.2014 ATER via della Bona consegna appartamenti Fotografia di RobyMarega
Bumbaca Gorizia 21.10.2014 ATER via della Bona consegna appartamenti Fotografia di RobyMarega

«Questo è il primo taglio del nastro di un complesso Ater cui assisto a Gorizia. Mi auguro che sarà il primo di una lunga serie. Il nostro compito è di spendere tutto ciò che abbiamo per l’edilizia popolare: l’abbiamo sempre fatto, continueremo a farlo».

L’assessore regionale Maria Grazia Santoro non ha fornito cifre su futuri finanziamenti ma ha evidenziato che la piaga della tensione abitativa è in cima ai pensieri della giunta Serracchiani. L’occasione per esprimere questi concetti l’inaugurazione, ieri mattina, dei 39 appartamenti realizzati in via Vittorio Veneto nel complesso ex Inam: l’intervento più ambizioso e più importante (in termini numerici) portato a buon fine dall’Ater negli ultimi anni. Santoro, storpiando per la verità il nome in “Campagnola”, ha ricordato l’intervento del Contratto di quartiere della Campagnuzza, «che metterà a disposizioni altri, importanti alloggi popolari».

A fare da “cicerone” l’amministratore unico di Ater Gorizia Angela Caldarera. Aveva preparato un discorso ma poi è andata a braccio «perché il rischio era di essere troppo ingessata. Questo - le sue parole - è un intervento significativo perché va a recuperare un angolo di città. Sono alloggi di ottima fattura, spaziosi e che rispondono ai dettami del risparmio energetico. Possiamo dirlo: sono un gioiellino di Ater». E proprio perché è un gioiellino, è stato rinnovato l’appello ad utilizzare al meglio gli appartamenti. «Viste le risicate finanze, interventi come questo - ha evidenziato Caldarera - saranno sempre più difficili da realizzare».

Il sindaco Romoli (c’erano anche i primi cittadini di Staranzano e San Canzian d’Isonzo) ha parlato di intervento che «dà una risposta concreta alle necessità di alloggio delle famiglie bisognose» e si è complimentato per la qualità cistruttiva. Il direttore Domenico Degano, dal canto suo, ha voluto essere ancor più convincente sulla necessità di rispettare gli alloggi popolari. «Le risorse sono scarse, i bisogni aumentano così come le richieste di un alloggio popolare - ha evidenziato -. Per questo, curate questi alloggi perché sono casa vostra. E non chiedete l’intervento dell’Ater anche soltanto per cambiare una... lampadina». Insomma, un’assunzione di responsabilità anche perché, effettivamente, si tratta di appartamenti costruiti con cura e che si trovano non lontano dal centro cittadino.

L’edificio venne costruito nella metà degli anni 60 su progetto dello studio Calini-Montuori di Roma, ed è stato sede prima degli ambulatori Inam e successivamente degli uffici direzionali dell’Ass isontina. Sul finire degli anni Novanta, a seguito del manifestarsi di alcuni segni di degrado strutturale, l’edificio venne dismesso dall’Ass e nel 2002 venne acquistato dall’Ater. L’importo complessivo dell’intervento ammonta a 7 milioni di euro (5.424.903,54 di fondi regionali e 1.575.096,46 a carico dell’Ater).

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