Rimpasto in giunta, il nodo dell’agricoltura

Il superassessore Bolzonello potrebbe cedere la delega per concentrarsi su industria e turismo: «Ma nulla è deciso»
Sergio Bolzonello e Debora Serracchiani
Sergio Bolzonello e Debora Serracchiani

TRIESTE. L’Agricoltura è la delega che Sergio Bolzonello potrebbe riconsegnare nei prossimi mesi, sempre che Debora Serracchiani sia d’accordo e dia il via all’operazione. La conferma arriva dal diretto interessato: «Sì, è possibile». Nulla di certo per quel che riguarda i tempi - può essere che accada tra qualche settimana, più probabilmente a fine anno -, tanto meno sul successore (ancora da individuare), ma l’informazione è stata trasmessa in un recente incontro dallo stesso vicepresidente della Regione al numero uno della Coldiretti, Giorgio Ermacora.

Di rimpasto di giunta si parla dalla fine dell’anno scorso. Le voci non si sono mai concretizzate, ma il varco è rimasto sempre aperto. E la prima mossa sarebbe inevitabilmente quella di sgravare di compiti l’assessore con più deleghe: Bolzonello mette in fila Attività produttive, che significa Industria e Turismo, e poi Commercio, Cooperazione, Risorse agricole e forestali. «Tutto quello che doveva essere fatto lo stiamo facendo al meglio», ribadisce il vicepresidente che, sollecitato a un commento, preferisce evitare il termine “rimpasto”. Lo convince molto di più l’espressione «rivisitazione dei ruoli», un tema che, precisa, «non è escluso possa essere all’orizzonte della presidente». È infatti Serracchiani, fa capire ancora Bolzonello, che darà l’eventuale input: «A quel punto ascolterò e, nel caso, dirò la mia».

Il “sacrificio”, a quanto pare, riguarderebbe dunque l’Agricoltura, giacché gli impegni chiave - il piano di sviluppo rurale è in via di approvazione da parte della Commissione europea e la programmazione comunitaria è stata definita - sono a un buon punto di realizzazione. A sgravare Bolzonello ci penserà poi sul fronte del Turismo il fedele Marco Tullio Petrangelo, già manager di riferimento in Comune a Pordenone e ora al lavoro in Regione da direttore generale di Promotur prima dell’incarico, già assegnato, che lo vedrà guidare dal prossimo primo gennaio Promoturismo Fvg. Anche in questo settore, peraltro, molte cose sono già avviate da tempo nel rispetto del piano quinquennale scritto dalla Four Tourism di Josep Ejarque.

Discorso un po’ diverso, invece, per l’industria. Il disegno di legge “Rilancimpresa” è stato approvato dal Consiglio, ma va ora declinato, a partire dalla riforma dei Consorzi che, non dovessero seguire la linea dell’accorpamento indicata dalla Regione, andranno commissariati. E c’è poi da mettere a punto gli strumenti scritti nell’articolato. Innanzitutto l’Agenzia investimenti, ente che, come già accade in Carinzia e in Stiria, farà da calamita per gli insediamenti industriali nel territorio regionale. Ma anche temporary manager, voucher e tutta la parte operativa legata alla programmazione europea. Un lavoro ancora complesso. Ma, con l’Agricoltura in meno sulle spalle, Bolzonello potrebbe riuscire a preparare la campagna regionali 2018 da candidato presidente.

Questione forse prematura, e il diretto interessato non ha dubbi che sia così («Argomento di cui cominciare a parlare dal prossimo anno»), ma che spunta ogni qual volta si vocifera di un addio anticipato di Serracchiani. Addio che, a meno di sorpresone, arriverà comunque tra tre anni con la necessità per la maggioranza di trovare un’alternativa.

Tra le ipotesi, oltre alla corsa di Bolzonello, ci sono quelle che chiamano in causa il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e il sindaco di Udine Furio Honsell. A puntare sull’europarlamentare Isabella De Monte, al contrario, è stato in una recente intervista il possibile avversario, il leghista triestino Massimiliano Fedriga che, nell’attesa di definire il programma alternativo al centrosinistra e di avviare le prove di alleanza, ha manifestato la sua intenzione di candidarsi alla presidenza Fvg. Per il Carroccio sarebbe un nuovo tentativo dopo quelli riusciti (ma non c’era l’elezione diretta del presidente) di Pietro Fontanini, Alessandra Guerra e Sergio Cecotti, e quello fallito dalla candidata padana nel 2003 nello scontro diretto con Riccardo Illy.

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