Rimesso in libertà un cucciolo di capriolo

Era stato svezzato e seguito amorevolmente dal centro di recupero della fauna di San Canzian

Era stato recuperato il 9 giugno scorso nella zona nord di Gorizia. A trovarlo gli agenti del Corpo forestale della Regione che l’avevano consegnato il giorno stesso al centro di recupero della fauna selvatica della Provincia.

Protagonista un impaurito cucciolo di capriolo: l’esemplare non era ancora svezzato e gli era stato riscontrato un leggero stato debilitativo. Così, in accordo con il veterinario, gli erano state somministrate le cure necessarie per favorirne l’accrescimento.

Il 4 ottobre scorso, giorno in cui viene celebrato il World animal day e in cui ricorre la commemorazione di San Francesco d’Assisi, il simpatico animale è stato rimesso in libertà. Ed è stato un momento emozionante. Durante il trasporto, effettuato con un furgoncino appositamente allestito, il capriolo non ha mostrato eccessivi segni di nervosismo e, nel momento in cui è stato aperto il portello del furgoncino, è saltato fuori autonomamente ed ha preso subito confidenza con l’ambiente circostante.

L’animale aveva trascorso il periodo di riabilitazione e di sviluppo in un ampio prato recintato: era stato allattato con specifici alimenti finchè non era stato in grado di alimentarsi da solo. Raggiunti i 5 mesi d’età e l’autosufficienza nell’alimentarsi, lo staff della Provincia ha deciso di rimettere il capriolo in libertà. Prima della liberazione, il piccolo capriolo è stato marcato con un ear tag (marcatura auricolare) di colore arancione, riportante un codice identificativo e il nome dell’ente. La marcatura è un importante strumento per la gestione e il controllo delle popolazioni. «Il luogo e il periodo individuati per effettuare il rilascio - spiegano in Provincia - non sono stati scelti casualmente ma solo dopo aver analizzato alcuni parametri. Nelle campagne della pianura isontina, infatti, è stato censito un congruo numero di caprioli e questo permetterà al cucciolo di integrarsi in un gruppo preesistente. Inoltre, in questo periodo dell’anno, la territorialità in tali animali è minore e questo potrebbe favorire l’accettazione di un nuovo individuo».

«In conclusione, cogliamo l’occasione per ricordare che non si devono toccare o portare con sé i cuccioli di capriolo incontrati durante le passeggiate e che sembrano abbandonati nell’erba. Durante i mesi di maggio e giugno, le femmine di questa specie lasciano temporaneamente i cuccioli nascosti nell’erba alta per andare alla ricerca del cibo ma tornano per allattarli anche dopo parecchie ore. Se durante l’assenza della femmina i cuccioli vengono toccati o spostati, subiranno l’imprinting “umano”, ovvero si lascerà un’impronta olfattiva che non permetterà alla madre di riconoscerlo o peggio di ritrovarlo».

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