Rimborsi Coop, arriva la rata del 21%
TRIESTE I primi bonifici dovrebbero essere in partenza lunedì. Gli ultimi, salvo rari casi trattabili da novembre, risultano in scaletta per la chiusura della settimana che verrà. Sicché la “pratica” dell’annunciata quota autunnale del 21% destinata ai soci prestatori delle Coop operaie, seconda e non ultima rata di rimborso prevista dal piano dell’avvocato Maurizio Consoli nel ruolo di amministratore giudiziario e liquidatore, potrebbe dirsi chiusa a fine ottobre. Trenta giorni più in là, dunque, delle previsioni d’inizio settembre, che la davano per fattibile entro la fine del mese scorso. «Il piano usava il termine “presumibilmente”», precisa lo stesso Consoli.
Mai avverbio fu più azzeccato, in tutta evidenza: una “polizza” sui tempi della burocrazia dovuta per legge. «In queste ultime settimane - spiega il liquidatore - si è resa necessaria una serie di aggiornamenti su un elenco di creditori che conta 258 pagine fitte di dati per le posizioni dei soci prestatori e ulteriori undici per quelle dei fornitori di merci e servizi. Si andava dai meri aggiornamenti degli Iban dei soci al ricalcolo dei debiti delle Operaie verso i fornitori sulla base di “premi” e sconti di determinati contratti di rifornimento. Inoltre c’era da attendere la chiusura dei pagamenti del 30% in favore dei soci fornitori derivanti dalla fidejussione garantita da Banca Generali. Gli ultimi, relativi a casi più particolari, da cambi di Iban a eredità, sono stati compiuti l’altra settimana».
Adesso però ci siamo, giura Consoli, il quale conferma che in queste ore il suo piano di riparto autunnale ha incassato sia l’ok del Comitato dei creditori che il visto decisivo del commercialista friulano Andrea Bonfini come commissario giudiziale “terzo”, ovvero i due organi di controllo del Tribunale. Proprio ieri il documento è arrivato nell’ufficio del giudice Daniele Venier, il magistrato delegato alla procedura riguardante il concordato preventivo in atto. «Siamo pronti a pagare», è la sintesi del liquidatore. Ma quanto vale, e cosa comporta, tale riparto? Siamo alla soglia dei 34 milioni (come si può vedere dalla tabella nella prima colonna, ndr) il che fa raddoppiare a 68 milioni il totale dei soldi fin qui erogati dopo i quattro per i cosiddetti oneri prededucibili e i 30 della fidejussione.
Di questi 34 milioni d’ottobre (seconda colonna, ndr) quasi tre vengono impiegati per il saldo pieno dei creditori privilegiati (artigiani, cooperative agricole, sociali e di servizi) mentre poco meno di un milione se ne va in debiti erariali. Curiosità: pure il Comune ringrazia pociché recupera 300mila euro in Imu e tasse rifiuti. Otto milioni, invece, sono prerogativa degli altri fornitori non privilegiati tra cui compaiono anche partecipate “di ferro” come Reparto 7 (ora in liquidazione) e San Dorligo Carni (che si vede assegnare 243mila euro) che in quanto “chirografari” hanno diritto intanto a un 30%.
Lo stesso 30% leggermente abbondante, per un totale di 22 milioni, che viene riconosciuto ai soci prestatori rispetto al 70% rimasto scoperto dopo il recupero del 30% tramite fidejussione. Il 30% leggermente abbondante del 70% scoperto fa appunto il 21% del totale dei libretti. Che arriverà come detto la settimana prossima, facendo superare al monte dei rimborsi fin qui racimolati (30% più 21% uguale 51%) la metà di quanto fu complessivamente congelato il 17 ottobre 2014 in concomitanza con il commissariamento del Cda Marchetti. In un anno, insomma, nelle tasche dei soci è rientrata la metà dei loro prestiti. «Io preferisco guardare al fatto che sono trascorsi appena quattro mesi dall’omologa del concordato e che da allora siamo riusciti a distribuire già un bell’importo», ancora Consoli. Che, se gli si chiede di ripensare al 17 ottobre di un anno fa, ammette: «Avevamo avuto la percezione da subito che fosse un’operazione complicata. Diciamo che quel giorno ci lanciammo da un aereo senza sapere se il paracadute si sarebbe aperto».
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