Rimborsati champagne e uova di Pasqua: Ballaman a giudizio per spese pazze
TRIESTE. «Incontro politico istituzionale nell’ambito dello studio della situazione e del cambiamento sociale per delineare possibili attività consiliari». Oppure: «Spesa relativa ad inviti e presenze esterne in Consiglio Regionale a seguito di incontri di terzi presso la sede». La frasi, piuttosto criptiche e oscure, appaiono quasi comiche, se non fosse che proprio in virtù di tali diciture è scattata l’erogazione di soldi pubblici finiti nelle tasche di Edouard Ballaman, l’ex presidente del Consiglio regionale, prima leghista e poi entrato del Gruppo misto, dopo la bufera sui viaggi a sbafo con l’auto blu. Il Ballaman-pensiero lo illustra chiaramente il procuratore della corte dei conti Maurizio Zappatori, che gli ha notificato la citazione a giudizio davanti alla sezione giurisdizionale per danno erariale per la somma di 16.799 euro. Nei prossimi giorni sarà fissata la data dell’udienza.
Ma tanto sono ampollosi e oscuri i concetti indicati nelle giustificazioni dall’ex presidente del Consiglio regionale che ora vive in Sudafrica, quanto sono raffinati e concreti gli acquisti finiti sotto la lente dei finanzieri. A parte pranzi e cene a volontà, troviamo confezioni di champagne, caffè Illy, prosciutto crudo di San Daniele, cesti di cioccolatini, uova di Pasqua e varie altre amenità.
Si legge nella citazione, che equivale al rinvio a giudizio: «Le spese effettuate da Ballaman risultano chiaramente non ammissibili poiché si riferiscono a numerosissime consumazioni presso bar, gelaterie, posti di ristorazione, ristoranti, acquisti in supermercati di alimentari, in negozi di vini, liquori, dolci, fiori, e penne. Tutte le spese sono supportate soltanto da scontrini o ricevute fiscali senza l’indicazione delle circostanze e dei motivi che le rendevano necessarie, nonché delle generalità e della qualifica dei soggetti esterni per cui le stesse erano effettuate. Ballaman si limita nelle sue deduzioni a riportare accanto alle spese dichiarazioni generiche ed uguali fra loro».
Per il procuratore Zappatori «ci troviamo di fronte a un comportamento molto grave di assoluto disinteresse sul modo in cui è stato erogato e speso il denaro pubblico; un comportamento che ha causato direttamente un danno erariale. Sono stati violati i principi fondamentali di buona amministrazione e di economicità, cui deve essere ispirata l’azione di chi comunque partecipa all’attività di organi pubblici». E continua: «Ci troviamo di fronte a una situazione illegittima, viziata non soltanto dalla violazione di legge, ma anche dall’eccesso di potere, sotto il profilo dell’esistenza di vizi logici, perché del tutto illogica, irrazionale e contraria ai principi costituzionali di buon andamento e di imparzialità della pubblica amministrazione.
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