Rilancio del Porto vecchio di Trieste: pronta la variante che lo ridisegna. Potranno abitarci 1.100 residenti

TRIESTE Il sindaco Roberto Dipiazza è in vena di accostamenti evocativi sul futuro del Porto vecchio: «Sembrerà Barcellona» suggerisce, pensando al progettato lungomare che unirà le Rive a Barcola e su cui si affacceranno anche strutture residenziali. E non mancherà anche un pizzico di California, grazie ai previsti insediamenti di attività ad alto contenuto tecnologico: «tipo la Silicon Valley» garantisce il primo cittadino. Propositi ambiziosi, certo, ma che da oggi potranno davvero cominciare a trovare un’attuazione concreta. L’iter per la riqualificazione dell’area di Porto vecchio è arrivato infatti a un passo dal traguardo.
Variante e Vas: oggi in giunta
Mercoledì 24 giugno approda in giunta comunale la delibera, a firma dello stesso Dipiazza, per il via libera alla proposta di variante al Piano regolatore e al documento con la Valutazione ambientale strategica (Vas) contenente le verifiche di sostenibilità. A quel punto si aprirà un periodo di 60 giorni entro i quali cittadini ed enti potranno presentare eventuali osservazioni. Una volta trascorsi i due mesi, mancherà soltanto la firma “triplice” che coinvolgerà anche Regione e Authority portuale sull’accordo di programma. Quello sarà il traguardo finale, che secondo il sindaco potrà essere raggiunto in settembre. «A quel punto – sottolinea Dipiazza –, gli interessati potranno presentare le offerte per acquisire le strutture, insediare attività e realizzare progetti nel Porto vecchio».
Gare per aggiudicare le strutture
Braccio operativo il nuovo Consorzio per la valorizzazione dell’area, finora denominato “Ursus”, che raccoglierà le offerte. Del Porto vecchio, oltre ai 5 moli, fanno parte ben 23 grandi edifici tra hangar, magazzini e depositi risalenti alla seconda metà del XIX Secolo. Per ogni struttura disponibile saranno effettuate delle gare e prevarrà l’offerta più alta. Per stabilire le valutazioni di partenza di ogni struttura sarà possibile rivolgersi all’Agenzia delle Entrate.
«Ricorderei – puntualizza Dipiazza – che il Porto vecchio mi è stato consegnato di fatto non prima del giugno 2017 e adesso, dopo tre anni, portiamo in giunta la delibera che costituisce il passaggio determinante per completare l’iter. Ci abbiamo messo il massimo impegno e ci tengo a ringraziare gli uffici tecnici del Comune che hanno continuato a lavorare senza sosta anche durante il lockdown. Con la riqualificazione del Porto vecchio si apriranno per Trieste delle grandi opportunità».
Dagli hotel alle imprese hi tech
Decisamente variegate le destinazioni d’uso per il nuovo Porto vecchio previste nella variante, documento sottoscritto dal direttore del Dipartimento Team (Territorio Economia Ambiente Mobilità) Giulio Bernetti, affiancato da Roberto Prodan, Paolo Cernivani, Luca Kerstich, Mauro Pennone e Andrea Zacchigna. Uso residenziale, servizi, attività alberghiere, direzionale, commercio al dettaglio (non centri commerciali), parcheggi e autorimesse. Sarà favorito l’insediamento di imprese produttive: non industria pesante, ma attività ad alto contenuto tecnologico e operanti nell’ambito dell’Ict (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Incentivata anche la presenza di attività legate alla sfera delle industrie culturali e creative, a sostegno del comparto turistico, nautico, congressuale e del sistema museale.
Parco, spazi pedonali e ciclabili
Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione è prevista la realizzazione di un parco lineare pedonale e ciclabile, di aree verdi diversificate a seconda della specifica vocazione della zona e della destinazione d’uso degli edifici. In questo contesto si inserisce anche il nuovo collegamento con cabinovia tra Molo IV e Carso. La riqualificazione del Porto vecchio passa attraverso una valorizzazione della mobilità sostenibile, dai bus-navetta al bike sharing.
Il recupero storico
Gli interventi di ristrutturazione dovranno valorizzare gli edifici di rilevanza storico-culturale, gli elementi architettonici, i materiali e le eventuali attrezzature tecnologiche (gru, elevatori e montacarichi) che li caratterizzano, oltre a individuare e recuperare le pavimentazioni in masegno o in altri materiali lapidei di valore storico.
Centro congressi e magazzino 26
«Ci sono grandi progetti già in fase avanzata – ricorda Dipiazza –, come il Centro congressi (in project financing ndr) e l’Immaginario Scientifico al Magazzino 26».
Quest’ultimo diventerà anche la sede del nuovo Museo del Mare e ospiterà le masserizie degli esuli istriano-dalmati. Il Magazzino 20 è stato intanto dato alla Sovrintendenza in comodato.
Nel frattempo è stato completato il primo lotto per quanto riguarda le infrastrutture e la viabilità, e ora toccherà al secondo. «Sono soddisfatto – aggiunge il sindaco – di quello che siamo riusciti a fare per quanto riguarda viabilità e parcheggi, a cominciare dal Park Bovedo».
Quartiere residenziale
Tra gli indirizzi della variante c’è la valorizzazione degli spazi fronte mare, riservando aree per la fruizione pubblica, affacci, zone di svago e divertimento tali da favorire anche gli insediamenti commerciali. Ancora da esplorare le potenzialità del Porto vecchio sotto il profilo residenziale.
In funzione della variante sono stati effettuati dei calcoli basati sulle previsioni demografiche per non creare squilibri e solo alcune delle strutture potranno essere destinate all’uso abitativo: le più appetibili, in questo senso, potranno diventare quelle con vista mare. Quanti residenti potrà ospitare Porto vecchio? Si prevede al momento un tetto massimo di 1.100 persone. —
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