Rigassificatore, via il dirigente che ha detto sì
La giunta regionale ha rimosso dall’incarico Piero Giust, il vice-direttore della direzione Ambiente ed energia, protagonista dell’ultima Conferenza dei servizi sul rigassificatore. Il 22 novembre scorso il dirigente aveva ribaltato completamente i pareri negativi di Comune, Provincia e Azienda sanitaria sull’impianto. Prima ha bollato come “inconferenti” le posizioni dei tre enti, giudicandole inoltre “prive dei requisiti di ammissibilità previsti per legge”, per poi trasformare l’esito della Conferenza in “favorevole” al rilascio del provvedimento Aia. Quando invece tutti dicevano l’esatto contrario. L’esecutivo guidato da Renzo Tondo ha silurato il dirigente, passandolo ad altri compiti e il diretto interessato, Giust, ora si chiude nel silenzio, «c’è un procedimento in atto».
Ma la mossa della giunta non risolve, almeno sul piano politico, nulla. Anzi, la nebbia si fa più fitta. Perché il dirigente ha agito così? Cosa c’è dietro? Tondo sapeva? Il presidente, pur conservando una posizione favorevole all’impianto, ha pur sempre ribadito la volontà di «dare ascolto al territorio». Negli ambienti del centrosinistra e del centrodestra in Consiglio regionale, c’è chi vede dietro all’operazione la mano dell’esecutivo. Forse solo illazioni che lasciano il tempo che trovano. Ombre che Piero Camber (Pdl) allontana categoricamente: «È un errore del dirigente, la politica non c’entra nulla. Smettiamola di fare accuse dal sapore pre-elettorale». Un’interrogazione di Maurizio Bucci dovrebbe portare luce. Scrive il consigliere del Pdl: «È opportuno conoscere e quindi cancellare ogni dubbio sulla rimozione dall’incarico, dato che sembrerebbe che la rimozione si fondi su una denuncia penale presentata da un soggetto istituzionale poiché tale funzionario avrebbe commesso un falso in atto pubblico, in relazione al rigassificatore di Trieste». Bucci tira in ballo la magistratura. Infatti Perter Mocnik, segretario provinciale dell’Unione slovena, prima che partissero le diffide e i ricorsi di Comune e Provincia rivolte alla Regione, ha presentato in Procura un esposto contro i dirigenti che avevano gestito la partita. Anche Mocnik ha mandato una lettera di diffida a Tondo, sollecitandolo a non inviare a Roma il verbale in modo da «non rendersi responsabile di un reato», osserva. «Ho saputo – afferma ancora il segretario dell’Unione slovena – che quel documento non è stato poi consegnato ufficialmente dalla Regione alla Conferenza dei Servizi di Roma, che si è svolta pochi giorni dopo, bensì da Gas Natural. A quella Conferenza con il governo la Regione stessa non ha partecipato, visto che in base alle pronunce del Consiglio di Stato non ha competenze in materia. Quindi – riflette Mocnik – la Regione non avrebbe nemmeno dovuto indire la Conferenza dei Servizi a Trieste». Troppi i nodi. Non a caso Bucci, nella sua interrogazione a Tondo, vuole sapere «se la gravissima situazione porti in qualsiasi forma vantaggi alla realizzazione del rigassificatore». Dal Pd pure Sergio Lupieri pretende risposte «a tutti questi sospetti». Tondo, in aula, chiarirà. «Un caso troppo strano – commenta la presidente della Provincia Poropat – si è voluto ribaltare l’esito della Conferenza e così il governo ha ricevuto un parere positivo. Una follia». Difficile comunque pensare che un dirigente sia così sprovveduto».
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