Rigassificatore, un progetto e mille paletti
Qualunque sia il responso del sondaggio Swg-Piccolo (i cui risultati verrano resi noti venerdì alle 17 al Circolo della stampa), il progetto rigassificatore continua a scatenare polemiche come testimoniato dai nuovi ricorsi presentati dalle associazioni ambientaliste
TRIESTE.
Sospesi su un grande interrogativo che si chiama rigassificatore. Qualunque risultato dia il sondaggio Swg-Il Piccolo che si presenta domani alle 17 al Circolo della stampa, questa è la situazione in cui si trovano per primi i cittadini di fronte all’annunciato ingresso di navi gasiere nel canale navigabile di Zaule (75 da 140 mila metri cubi e 35 da 70 mila ogni anno), di due depositi per il gas nei pressi della Ferriera (movimentazione di 10 milioni e 40 mila metri cubi di metano), di un gasdotto della Snam nel mare verso Grado, destinato a congiungersi col rigassificatore numero 2, quello di E.On, che ha ancora le procedure autorizzative in corso.
Là sospesi si trovano gli esperti universitari, guidati dall’allarme del sindacato Uil dei Vigili del fuoco, che allertano sui pericoli di scoppio a catena e sulla documentazione carente, e le associazioni ambientaliste che hanno presentato 5 ricorsi al Tar e valanghe di opposizioni non solo al documento di Valutazione d’impatto ambientale rilasciato dal ministero dell’Ambiente nel giugno 2008, ma anche a un’altra richiesta dell’azienda spagnola: l’8 febbraio sono scaduti i termini per presentare osservazioni alla domanda di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), richiesta dal ministero perché garantisce l’obbligo delle «migliori tecnologie».
Intanto che cosa succede? Tutti i «via libera» concessi finora sono stati corredati da tante richieste di correzione che il Wwf si lancia a dire che si tratta di autorizzazioni virtuali, di fatto negate. Condizionato da ben 16 richieste di correzione è stato il nulla osta dei Vigili del fuoco.
Ventuno le prescrizioni date dal ministero a corredo della «Via», tra cui, essenziali, l’obbligo di redigere un «piano di rischio», evidentemente mancante, di verificare lo stato dei sedimenti in mare, di impedirne la ri-sospensione, di fare a lungo termine monitoraggi fisico-chimici nel mare specie per controllare i valori di cloro (in caso dovrà essere diminuita l’attività di rigassificazione), di usare fonti energetiche rinnovabili, di prevedere trasporti solo via mare per caratterizzazione e bonifica perché trattasi di Sito inquinato nazionale, di mitigare l’impatto ambientale e la modifica della linea di costa, di lavorare con la Soprintendenza perché quei fondali sono ricchi di beni archeologici («i lavori di scavo dovranno essere seguiti da personale specializzato in scavi archeologici subacquei»), di monitorare le attività di pesca e maricoltura nel golfo «in termini di concentrazione di mercurio nei prodotti ittici». Se si troverà più mercurio nei pesci bisognerà, per così dire, correggere. Obbligo poi di telesorveglianza «per rendere più sicuro il traffico delle metaniere».
Nove le richieste della Regione nel 2007 (che giudicando carente la documentazione non espresse parere). A ciò si aggiunge l’enciclopedia di studi prodotti dal Tavolo tecnico sul rigassificatore: navi inadeguate, scarsa efficacia delle bonifiche, totale sottovalutazione dell’effetto a catena che un incidente al rigassificatore produrrebbe fino nell’abitato di Valmaura e sulla Grande viabilità, carte topografiche non corrispondenti al vero, mancata trascrizione di fabbriche pericolose: in zona ci sono Depositi costieri di petrolio greggio, la Linde che produce, captando in aria, ossigeno e azoto allo stato liquido, potenziali bombe di fuoco, la centrale turbogas progettata dalla Ferriera, l’inceneritore di Trieste.
A proposito di quest’ultimo, ecco - spiegata nel documento di Via - la famosa «catena del freddo» con cui Gas Natural è parsa conveniente al Comune. Si tratta della connessione con l’inceneritore: «Risparmio del 100% dell’acqua di acquedotto attualmente utilizzata dal termovalorizzatore; incremento della capacità di generazione elettrica annuale per il termovalorizzatore». Cioè il rigassificatore donerà acqua e energia a quell’impianto.
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