Rigassificatore, pressing di Passera sull’Ue a Bruxelles

Braccio di ferro con l’Ambiente che però Clini nega Il caso denunciato da Nesladek in Comitato portuale

Un blitz a Bruxelles del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera per calare dall’alto il rigassificatore di Zaule. Voci diffusesi ieri in città parlavano addirittura di uno scambio vivace di opinioni sull’argomento con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, quest’ultimo nelle vesti di “frenatore”. Clini al telefono ha negato l’episodio: «Non mi risulta assolutamente. Per il rigassificatore di Trieste è ancora in corso il supplemento di Valutazione d’impatto ambientale. Non appena, a breve, sarà concluso, darò informazioni». La posizione completamente favorevole di Passera all’impianto triestino non è certo un mistero. Già il 22 luglio scorso il ministro in un’intervista al Piccolo aveva dichiarato che «l’impianto va fatto, al più presto e a tutti i costi». Gli ultimi sviluppi della questione sono stati portati all’attenzione del Comitato portuale ieri mattina dal sindaco di Muggia Nerio Nesladek: «Da fonti istituzionali slovene ai massimi livelli - ha riferito - ho appreso che il Ministero italiano dello sviluppo economico sta tentando un’azione di lobby nell’ambito dell’Unione europea per far inserire il rigassificatore di Zaule tra gli impianti strategici e presumibilmente per ottenere per la sua realizzazione anche finanziamenti comunitari. Come comune di Muggia mi faccio promotore di raccogliere tutte le delibere contrarie approvate da tutti gli enti locali che invierò a Bruxelles».

In effetti sul web è anche reperibile la lettera con la quale Paola Arbia, dirigente della Divisione relazioni comunitarie e mercato interno dell’Energia, ribatte ai rilievi fatti dalla Slovenia contro l’inserimento del rigassificatore triestino nella lista delle infrastrutture energetiche prioritarie per il post 2020 che verranno contemplate dal “Piano per una rete energetica integrata” che è in corso di elaborazione a Bruxelles. Paola Arbia invia la propria comunicazione, evidentemente su input del ministro Passera, all’ungherese Monika Zsigri che è il direttore generale per l’Energia della Commissione europea. Il Piano viene elaborato da funzionari europei per gruppi di Stati e per il caso triestino a essere chiamati in causa sarebbero Italia, Slovenia, Croazia, Austria e Ungheria. Nei rilievi che Arbia fa alla Slovenia, il fatto che non sarebbero stati esplicitati quali criteri previsti dal regolamento Ten-E non sarebbero stati rispettati dal progetto, come Lubiana obbietta, e che non viene portato alcun elemento tale da richiedere una rielaborazione del progetto. La lettera si conclude dicendo che il rigassificatore di Zaule è totalmente nel territorio italiano per cui l’approvazione della Slovenia non è richiesta ai fini della sua inclusione tra gli impianti strategici.

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