Rigassificatore di Veglia, si parte: ok all’investimento di Zagabria
VEGLIA I lavori per la realizzazione del rigassificatore di Veglia (o impianto Lng galleggiante) ora possono iniziare. L’ultimo ostacolo politico-amministrativo è finalmente venuto meno. La Commissione europea, infatti, ha sancito che l’investimento di 100 milioni di euro da parte della Croazia non viola le norme della concorrenza e, quindi, non viene annoverato come “aiuto di Stato”. Il progetto da 234 milioni di euro, dunque, diventerà realtà e sarà una delle principali infrastrutture in via di realizzazione del Paese. Il terminale Lng dovrebbe essere ultimato nel 2021.
«La realizzazione del rigassificatore in Croazia - ha affermato il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager - accrescerà la sicurezza relativa all’approvvigionamento energetico e migliorerà la concorrenza fatto di cui beneficeranno gli abitanti dell’intera regione». «Abbiamo approvato gli aiuti della Croazia - ha concluso Vestager - perché sono collegati a lavori urgenti affinché si possa realizzare il progetto e questo nel rispetto delle norme europee sugli aiuti di Stato».
A gestire il rigassificatore di Veglia sarà la società Lng Croatia il cui 85% delle azioni è in mano alla azienda fornitrice di gas ed elettricità croata Hep e il restante 15% è controllato da Plinacro, l’operatore di Stato dei 2.693 chilometri di gasdotti del Paese. La Lng Croatia è anche il finanziatore più “debole” del progetto mettendo sul patto degli investimenti 32,2 milioni di euro. L’Unione europea invece investe 101,4 milioni a cui si sommano i 100 milioni dalle casse dello Stato croato appena “sdoganati” dall’Unione europea stessa.
L’impianto Lng di Veglia è un’infrastruttura strategica nella battaglia energetica che si sta consumando nei Balcani occidentali tra Stati Uniti e Russia con l’Unione europea che cerca di poter diversificare l’acquisto di fonti energetiche per non essere troppo “asservita” al gas marchiato Gazprom o dal petrolio di Rosnjeft. Veglia diventerà una sorta di terminale “privato” degli Usa che vi riverseranno milioni di metri cubi di gas (la capacità annua dell’impianto sarà di 2,6 miliardi di metri cubi) proprio per combattere la concorrenza marchiata Putin che si estende sotto l’egida della storica amicizia con la Serbia. E che anche l’Unione europea ci creda lo dimostra il fatto che Bruxelles sta cofinanziando la realizzazioni di impianti Lng in Spagna, a Cipro, in Svezia e in Irlanda e ha investito anche nell’ampliamento dell’infrastruttura già esistente in Polonia a Šwinoujšcie.
La grande accelerazione dell’importazione da parte dell’Ue del gas americano (più 367 per cento) è avvenuta dopo gli accordi sottoscritti dal presidente della Commissione Jean Claude Juncker e il presidente Usa Donald Trump nel luglio scorso. Adesso è proprio l’Europa il maggiore mercato estero per il gas statunitense. Veglia diventa dunque strategica e c’è già la chiara manifestazione di interesse di entrare a far parte della Lng Croatia da parte dello Stato ungherese che punta a una quota del 25 per cento. C’è poi l’Iniziativa dei Tre Mari che sta elaborando l’idea di collegare Veglia alla Polonia con un gasdotto. Sarebbe la classica ciliegina sulla torta. —
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