Rigassificatore di Veglia, Lng Croazia non arretra

L’azienda statale: avanti come stabilito con l’Ue, impianto attivo fra due anni L’eurodeputato Jakovčić propone collocazioni alternative: «Contatti con Bruxelles»
L’area del terminal pertolifero di Castelmuschio dove sorgerà il nuovo rigassificatore
L’area del terminal pertolifero di Castelmuschio dove sorgerà il nuovo rigassificatore

FIUME. Sul rigassificatore galleggiante nelle acque di Veglia è muro contro muro. Mentre a livello politico continuano scontri e polemiche, l’azienda statale Lng Croazia, malgrado la persistente opposizione delle autorità isolane e della Regione quarnerino–montana guidata da Zlatko Komadina, ribadisce che l’impianto entrerà in funzione fra due anni. La presa di posizione giunge peraltro pochi giorni dopo che l’eurodeputato Ivan Nino Jakovčić ha proposto per l’impianto tre ipotesi di collocazione alternative, suscitando così la contrarietà dei sindaci dei luoghi a loro volta tirati in ballo.

«Stop al rigassificatore nel golfo del Quarnero»

Ma andiamo con ordine. È stato Goran Frančić, direttore della Lng Croazia, a ribadire all’agenzia di stampa nazionale Hina che «le attività legate alla nave Fsru, all'approdo e all’intera infrastruttura stanno andando avanti senza battute d'arresto, in base al ruolino di marcia stabilito dall'Unione europea, che cofinanzia il rigassificatore. Finora abbiamo avuto una ventina di offerte non vincolanti» per la movimentazione dell'impianto Lng, pari a 2,6 miliardi di metri cubi di gas all'anno. «Entro fine aprile chiuderemo la gara con le offerte vincolanti, ed entro la fine del secondo trimestre decideremo a chi affidare l'investimento». Frančić ha ricordato che la realizzazione dell’impianto è stata concordata con l’Ue: «Il terminal galleggiante costerà in tutto sui 383,6 milioni di euro, di cui 101,4 milioni arriveranno dalle casse dell'Ue grazie all'accordo sottoscritto circa due mesi fa. Come detto, i primi quantitativi di metano dovrebbero essere erogati dal rigassificatore di Castelmuschio tra due anni».

Il numero 1 della Lng Croazia ha ammesso che la nave avrà un forte impatto visivo sul golfo di Fiume: ma «anche per questo motivo – ha aggiunto – abbiamo avviato l'iter di modifica alla legge sul Mercato del gas, che permetterà al comune di Castelmuschio di beneficiare di derminate somme in rapporto alla produzione». Quanto all’abbandono del progetto del rigassificatore sulla terraferma - progetto che piace invece ai residenti e alle autorità locali - Frančić ha spiegato che la movimentazione annua di 2,6 miliardi di metri cubi è il massimo che la rete nazionale possa assorbire. «L'impianto sulla terraferma, di gran lunga più costoso, arriverebbe a movimentare sui 7 miliardi di metri cubi all'anno, dei quali però in questo momento non c'è bisogno in quanto la domanda latita. Quando costruiremo la rete dei trasporti verso la Slovenia arriveremo anche a questo terminal».

Scontro sul rigassificatore di Veglia
L’area del terminal pertolifero di Castelmuschio dove sorgerà il nuovo rigassificatore


Parole che giungono pochi giorni dopo che Jakovčić, in merito al progetto fortemente voluto dal governo croato e appoggiato dagli Usa ma avversato a livello locale, in una conferenza stampa tenuta accanto alla sindaca di Castelmuschio Mirela Ahmetović e al sindaco di Veglia città Darijo Vasilić ha sostenuto che l’impianto non dovrebbe essere collocato nelle acque di Casteluschio, offrendo tre ipotesi alternative: baia di Buccari, Porto Fianona e Urinj, poco a sud-est di Fiume. Jakovčić, per lunghi anni presidente della Dieta democratica istriana, ha anche annunciato che questa settimana avrà dei colloqui con esponenti della Commissione europea, per metterli in guardia su alcuni aspetti della vicenda. Secondo l’eurodeputato non sarebbe infatti possibile puntare sull'offshore giacché i piani regolatori della Regione e di Castelmuschio parlano di terminal metanifero sulla terraferma: «Mi impegnerò affinché questa realtà emerga», ha detto. La sindaca Ahmetović, che ha criticato duramente il neoambasciatore americano a Zagabria, Robert Kohorst, per avere definito l'impianto d’interesse strategico per Washington, ha ricordato che il 3 marzo si darà vita a Fiume a una manifestazione di protesta contro la struttura nelle acque vegliote. L'iniziativa di Jakovčić intanto non ha incontrato però il favore dei sindaci di Buccari e Kostrena (del cui Comune Urinj fa parte), Tomislav Klaric e Dražen Vranic, che con vari argomenti si sono subito detti contrari all’ipotesi.

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