«Rigassificatore, alzeremo le barriere»

La sindaca di Castelmuschio: «Sarò la prima davanti alle ruspe». Komadina: «I nostri deputati ci hanno traditi»
16.01.2018., Rijeka - Konferencija za medije zupana Zlatka Komadine i nacelnice opcine Omisalj Mirele Ahmetovic na temu gradnje LNG terminala na Krku. Photo: Goran Kovacic/PIXSELL
16.01.2018., Rijeka - Konferencija za medije zupana Zlatka Komadine i nacelnice opcine Omisalj Mirele Ahmetovic na temu gradnje LNG terminala na Krku. Photo: Goran Kovacic/PIXSELL

FIUME Traditori, gente a cui sta a cuore solo l'interesse personale, senza badare al presente e al futuro del Quarnero e delle sue genti. Sono state roventi le accuse lanciate in coro dal governatore della Regione di Fiume, Zlatko Komadina, e dalla sindaca della località vegliota di Castelmuschio (Omišalj), Mirela Ahmetović, contro quei deputati della regione nordadriatica che giovedì pomeriggio hanno appoggiato la lex Lng, la legge che permette l'approntamento del rigassificatore galleggiante nelle acque dell'isola di Veglia, proprio di fronte a Castelmuschio.

Un attacco durissimo anche perché l'alzata di mano di cinque deputati quarnerini ha consentito al provvedimento di avere una risicata accettazione. C'era bisogno della maggioranza assoluta dei 151 deputati del Sabor, il parlamento croato: dunque 76 voti, mentre alla fine vi è stato un voto in più, 77. Sarebbe bastato che i parlamentari accadizetiani Josip Borić, Tomislav Klarić e Anton Kliman, quindi Ivan Kirin del Partito croato dei Diritti "Ante Starčević" e infine la deputata minoritaria Ermina Ljekaj Prljaskaj, contravvenissero agli ordini di scuderia, chiamiamoli così, e per la lex Lng sarebbe stata la fine.

Nonostante faccia parte della coalizione governativa, il vice presidente del Sabor e deputato connazionale Furio Radin, si è espresso contro il provvedimento, annunciandolo in tempo e rilevando che non poteva accettare quella legge e quel terminal offshore in una regione turisticamente di alto richiamo come il Quarnero. «Entriamo nella seconda fase della lotta contro l'impianto che sull'isola nessuno vuole – ha detto la sindaca Ahmetović – agiremo dentro le cornici legali in Croazia e nell'Unione europea, senza atti illeciti o violenti. In qualità di prima cittadina non posso invitare gli insoddisfatti a bloccare il ponte di Veglia, ma statene certi che se la cosa avverrà mi assocerò a questa forma di protesta. Voglio poi ricordare una promessa fatta tempo fa e che voglio ribadire: se la costruzione del rigassificatore offshore dovesse comunque partire, mi metterò davanti alle ruspe e dovranno passare sopra il mio corpo per mettersi al lavoro. Saranno barricate umane che passeranno alla storia, lo giuro».

Non sono state da meno le critiche del governatore Komadina, il quale ha ricordato che il Consiglio della regione quarnerino–montana e quello del comune di Castelmuschio avevano respinto in modo unanime la legge e soprattutto la presenza del bestione galleggiante, sostenendo invece l'appoggio all'infrastruttura sulla terraferma. «I deputati della regione hanno tradito tutti noi, compiendo un gesto infame, che purtroppo avrà serie conseguenze per l'ambiente – ha tuonato Komadina – per l'economia locale, per gli isolani e i quarnerini. Non è però finita». A bocciare la lex Lng, parliamo sempre dei deputati nordadriatici, sono stati i socialdemocratici Željko Jovanović, Peča Grbin e Ana Komparić Devčić, Silvano Hrelja del Partito dei Pensionati, Ines Strenja Linić (Most), Giovanni Sponza (Dieta democratica istriana) e l'indipendente Marin Skibola.

Intanto Hrvoje Burić, leader del partito Bura (ha consiglieri nel consiglio cittadino di Fiume e in quello regionale), ha confermato che i suoi seguaci bloccheranno il ponte vegliota per la durata di 15 minuti, protestando in questo modo contro il terminal metanifero.

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