Rigassificatore a Veglia. Oltre 120 le imprese che mirano agli appalti
Impianto gnl: termini di scadenza dei bandi prorogati per agevolare la nascita di consorzi tra le aziende croate
FIUME. A meno di clamorose battute d’arresto, il rigassificatore off-shore piazzato nelle acque prospicienti la località di Castelmuschio (Omišalj), sull’isola di Veglia, entrerà in funzione tra due anni. Lo ha ribadito il direttore di Lng Croazia, Goran Frančić, confermando che il bando internazionale per l’acquisizione della nave-rigassificatore (l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione) sarà prorogato rispetto al termine originariamente previsto per la giornata di ieri. Il termine ultimo sarà il 6 ottobre: una settimana in più per dare modo agli investitori croati di raggrupparsi in consorzi e reggere meglio l’urto della concorrenza straniera. Fino alla stessa data si potrà anche partecipare alla gara per la costruzione dell’ormeggio per il flottante e per le navi metaniere in arrivo e partenza dalle acque vegliote. «Finora a ritirare la documentazione attinente al concorso per la nave – ha sostenuto Frančić – sono state una quarantina di imprese, di cui molte con sede all’estero. Altre 80 si sono fatte vive per l’approntamento del terminal di Castelmuschio, mentre una ventina di aziende si sono rivolte a Lng Croazia (che ha ottenuto la gestione del progetto, ndr) manifestando l’interesse per i futuri acquirenti del metano che dallo stato liquido tornerà a quello gassoso».
L’impianto di Veglia ha un grosso vantaggio: la Commissione europea ha infatti accordato per la realizzazione del progetto sui 101,3 milioni di euro. Si tratta di un terzo del costo del progetto, il che lo renderà concorrenziale nei riguardi dei rigassificatori off-shore. «Grazie a questi 101 milioni a fondo perduto – ha aggiunto Frančić – la Croazia potrà avere tariffe più convenienti. Del resto l’interesse palesato per la nostra nave-rigassificatore parla di un quantitativo doppio di quanto riuscirà a movimentare annualmente la nostra imbarcazione: la sua capacità sarà di 2,6 miliardi di metri cubi di gas all’anno ed è il limite massimo attribuito alla Croazia, le cui infrastrutture non possono assorbire più di quel quantitativo».
Resta comunque ferma anche la prospettiva di realizzare un terminal metanifero anche sulla terraferma e sempre nella località isolana. Se non ci saranno intoppi, i lavori di costruzione in questo caso dovrebbero cominciare tra dieci anni.
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