Rigassificatore a Veglia, nuovi dubbi

Opposizione della Regione croata a un impianto offshore. Il governatore: «Progetto stravolto, danno per il turismo»

FIUME. Sempre più lastricata di problemi la strada che porta al rigassificatore offshore di Castelmuschio (Omišalj), nell’isola quarnerina di Veglia. Ad appoggiare il “no” all’impianto galleggiante da parte della municipalità di Castelmuschio è stata anche la Regione del Quarnero e Gorski kotar. Nella recente seduta del suo parlamentino è stata ribadita la contrarietà al terminal offshore, giacché si tratterebbe di un progetto completamente diverso rispetto al piano iniziale.

Il rigassificatore di Veglia sarà un impianto off shore

«Si è sempre parlato di rigassificatore sulla terraferma, nei pressi della località di Castelmuschio – ha osservato il governatore Zlatko Komadina – un impianto per così dire “incassato”, che non avrebbe costituito un pugno all’occhio della popolazione locale e dei numerosi turisti che vengono a trascorrere le vacanze sull’isola di Veglia. Invece da Zagabria è arrivata mesi fa la notizia che si è deciso di dare la precedenza al rigassificatore in mare, una nave gigante lunga 300 metri, larga 100 e alta come un grattacielo di 17 piani. Un mostro, mi si consenta il termine, anche molto rumoroso e turisticamente non accettabile. Per tacere della questione del raffreddamento delle acque di mare, trattamento necessario al funzionamento dell’impianto».


Stando a Komadina ci sono anche altri aspetti che alla Contea litoraneo–montana non piacciono affatto. La sede dell’impresa che dirigerà l’impianto, infatti, sarà dislocata a Zagabria e non invece a Fiume o in seconda battuta a Veglia città. E dunque «ci sentiamo ingannati perché le entrate relative alle tasse sui ricavi e sulle entrate finiranno nelle casse comunali zagabresi, mentre noi ci terremo i rischi ambientali. Non vogliamo – ha aggiunto Komadina – si ripeta il caso del Gorski kotar, con questa regione attraversata da centinaia di chilometri di gasdotto e altre tubature di proprietà ma senza alcun guadagno degno di nota. Anzi, il Gorski kotar si vede puntualmente obbligato a chiedere l’elemosina a Zagabria per andare avanti. La stessa sorte è stata riservata al Quarnero che però non ci sta».

Rigassificatore a Veglia. Oltre 120 le imprese che mirano agli appalti


Anche il vice governatore della Regione, Marko Boras Mandić, è stato chiaro: «Noi non ci opponiamo al progetto di partenza, quel rigassificatore sulla terraferma che garantirebbe l’avvio di centinaia di posti di lavoro ed entrate non indifferenti per le autonomie locali. Il terminal offshore è invece poca cosa per Castelmuschio e la sua contea, in pratica poche migliaia di euro all’anno e una decina di occupati in più. Appoggiamo insomma le istanze del comune di Castelmuschio e le riteniamo giuste. Zagabria non può ignorare la nostra opposizione».

Rigassificatore a Veglia. Castelmuschio si ribella


A reagire è stata l’azienda statale Lng Croazia, alla quale è stata affidata la realizzazione del rigassificatore galleggiante, da posizionare nelle acque poco al largo di Castelmuschio. In un comunicato si spiega che l’interesse dei fruitori d’oltreconfine per l’impianto sulla terraferma è scarso e per questo motivo è stato deciso di puntare sull’offshore. «Sarà in funzione dal 2019 al 2029, mentre tre anni prima – così nel comunicato – partirà la costruzione del rigassificatore in mare, da attivare nel 2029». Intanto però i vertici del comune di Castelmuschio hanno ribadito ufficialmente l’opposizione al progetto bis. Anzi, la sindaca Mirela Ahmetović ha fatto sapere che la municipalità è pronta a pagare dal suo bilancio affinché lo Stato croato rinunci alla mega-nave.

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo