Rigassificatore a Veglia. Castelmuschio si ribella

FIUME. Il progetto del rigassificatore offshore a Veglia ha vissuto in questi giorni un’accelerazione con la chiusura del bando internazionale per l’acquisizione della nave-rigassificatore (l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione). Ma i responsabili del Comune interessato, quello di Castelmuschio (Omišalj in lingua croata), non ci stanno: si dicono delusi dagli effettivi benefici che la municipalità e la Regione quarnerina ricaveranno dal progettato terminal.
A fare da portavoce al malcontento è stato il rappresentante di Castelmuschio nella Commissione per la valutazione dell’impatto ambientale.

Zlatko Klobas, l’unico a votare contro la Proposta dello Studio di impatto ambientale del terminal, a nome del proprio Comune ha affermato infatti che Castelmuschio e i suoi abitanti non hanno avuto sino a questo momento la risposta che si aspettavano in merito alla domanda che ritengono basilare: quale sarà, per la località isolana e per il Quarnero, la convenienza che deriverà dalla presenza del rigassificatore galleggiante?
Nel precisare che la municipalità vegliota non è contraria all’impianto, Klobas ha però aggiunto che non c’è alcun documento nel quale emergano dei dati precisi su questa tematica. «Sì, qualche piccolo incasso per noi arriverà, risulteranno occupate una decina di persone, ma nulla di più», ha detto Klobas rilevando che «in presenza di simili strutture, le comunità locali traggono ovunque vantaggi, magari sotto forma di gas a prezzo più basso per utenze private e industriali, o di investimenti atti a migliorare le condizioni di vita della popolazione. In questo caso non si vede invece niente».

Dati alla mano, secondo gli atti disponibili al momento il Comune di Castelmuschio dal proprio campeggio potrà incassare introiti 15 volte superiori rispetto a quanto arriverà dal rigassificatore: «Invitiamo pertanto le autorità competenti - ha concluso il rappresentante della municipalità - a fare una riflessione per evitare che ciò accada. In caso contrario ci sentiremmo ingannati, con tutte le conseguenze possibili».
Il documento definitivo dello studio di impatto ambientale sarà pronto entro un massimo di sette giorni e diverrà poi oggetto di dibattito pubblico. Sarà una fase molto delicata, nella quale emergerà sicuramente il malumore degli abitanti per la presenza di un impianto non certo adatto per lo sviluppo del turismo, oltre che - allo stato - non remunerativo per il Comune.
Intanto Lng Croazia, l’azienda pubblica che gestisce il progetto, ha fatto sapere che al bando internazionale per l’acquisizione della nave–rigassificatore e delle relative infrastrutture si sono fatte avanti 27 imprese.
Il contratto sarà firmato agli inizi del 2018, l’ultimazione del terminal è prevista entro il 2019: è questa infatti la condizione da rispettare per ottenere i 103 milioni di euro a fondo perduto promessi dall’Unione europea (su un costo progettuale complessivo di 360 milioni). Il terminal dovrebbe essere operativo negli ultimi mesi del 2020. La capacità di movimentazione della struttura sarà di 2,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
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