Rifugiati afghani spacciatori, condanna di Serracchiani e Fedriga
TRIESTE Reazioni decise, sia da destra sia da sinistra, sul caso degli 11 rifugiati afghani arrestati a Trieste per aver organizzato una vera e propria centrale di spaccio di droga per giovanissimi nei dintorni del molo Audace.
«Non è accettabile che dei richiedenti asilo approfittino dell'accoglienza umanitaria per delinquere: chi esce dalla legalità deve essere fermato subito e con la massima fermezza - afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani -. Chi fugge dalla guerra deve trovare soccorso, ma se ci sono migranti che commettono reati o che non rispettano regole di civile comportamento vanno identificati i modi più adeguati per evitare che continuino a recare danno. Pur consapevole delle leggi che prevedono precisi iter in casi del genere, appare opportuno aprire un ragionamento sui casi, sia pur circoscritti, di reati e infrazioni commesse da richiedenti asilo. Senza cedere ad alcun allarmismo, bisogna tener conto della preoccupazione che certi fatti suscitano nella popolazione, soprattutto donne e anziani. Il recente accordo tra l'Unione europea e l'Afghanistan in materia di rimpatri e riammissioni apre degli spazi di intervento e alleggerimento che, in particolare per la nostra regione - conclude - potrebbero essere molto significativi».
Il triestino capogruppo alla Camera per la Lega Nord, Massimiliano Fedriga, come inevitabile, usa la clava: «Centinaia di dosi di droga spacciate anche a minorenni, arrestati 11 afghani richiedenti protezione internazionale a Trieste. Spacciatori diventati punto di riferimento per ragazzi acquirenti di hashish. La storia si ripete con estrema puntualità ogni giorno a Trieste e in tutta Italia con una triste lista di reati che coinvolge i richiedenti asilo, coccolati dal governo a spese della sicurezza degli italiani. Questa è la risorsa decantata dalla Boldrini, questo è il fallimentare modello d'integrazione voluto dal governo filo immigrazionista, responsabile non solo dello spaccio di droga ma anche del finanziamento della criminalità organizzata legata a questa attività».
«Stessa cosa infatti è accaduta a Genova - continua Fedriga - qualche giorno fa con tre africani arrestati per spaccio dopo che avevano appena avviato le pratiche per chiedere asilo. Un elenco che potrebbe essere infinito: aggressioni, furti, rapine, risse e addirittura sequestro di persona come è accaduto all'operatrice del centro immigrati di Caltanissetta presa in ostaggio dagli immigrati stessi che pretendevano immediatamente il "pocket money". Mi domando se il presidente del Consiglio e la presidente della Camera che considerano gli immigrati una risorsa e che invitano i bambini e i ragazzi a vedere il film sull'immigrazione "Fuocammare", sponsorizzeranno anche un film che testimoni il disagio sociale, il rischio sicurezza e i problemi creati dal l'immigrazione incontrollata. Forse sarebbe il caso di girarne anche uno su questi temi».
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