Il rettore Di Lenarda durante l'inaugurazione dell'anno accademico (Silvano)
Il rettore Di Lenarda durante l'inaugurazione dell'anno accademico (Silvano)

Medicina, «riforma pericolosa»: l’affondo del rettore di Trieste all’apertura dell’anno accademico

Il rettore Di Lenarda ha criticato aspramente la riforma dell’accesso ai corsi di Medicina. E sulle università telematiche: «Crescita patologica»

Giulia Basso

«Un provvedimento pericoloso, inattuabile». Sono parole che non lasciano spazio a fraintendimenti quelle con cui il rettore Roberto Di Lenarda ha bollato, durante la cerimonia di inaugurazione del 101° anno accademico dell’Università di Trieste, la riforma dell’accesso ai corsi di Medicina. Nell’ultimo atto ufficiale del suo mandato sessennale, il rettore uscente ha scelto di non risparmiare critiche al mondo politico, togliendosi dalle scarpe qualche sassolino che evidentemente lo infastidiva da tempo.

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Il rettore dell'università di Trieste, Roberto Di Lenarda

«Premesso che le leggi vanno sempre rispettate, non posso esimermi dal denunciare la più profonda contrarietà alla modifica delle modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, e in Odontoiatria e protesi dentaria», ha dichiarato Di Lenarda, spiegando che «non è concepibile pensare di costruire una graduatoria nazionale sulla base dei voti acquisiti negli esami del primo semestre».

Nel mirino del rettore anche le università telematiche, la cui «significativa e, a mio parere, patologica crescita» rappresenta «una sfida in termini di competitività e di modelli educativi alternativi, ma anche di etica della formazione, delegata a fondi di investimento spesso stranieri che hanno come unico scopo il guadagno».

Una posizione netta che ha risuonato con forza nell’aula magna, dove Di Lenarda ha voluto sottolineare che «il problema non è lo strumento didattico in sé, quanto le modalità di erogazione, le finalità e gli obiettivi». A margine della cerimonia, il rettore ha ribadito i suoi timori sulla riforma di medicina: «Confido che il buonsenso porti a non partire quest’anno con questa riforma, perché tecnicamente è molto complesso organizzare una macchina di questo tipo in così pochi mesi: se le iscrizioni dovessero superare il migliaio, per questioni logistiche non ci sarà alternativa alle lezioni online». .

L’Università di Trieste inaugura il suo 101esimo anno accademico

Un pensiero che riflette la preoccupazione diffusa nel mondo accademico italiano per una riforma che, secondo Di Lenarda, «parte da premesse scorrette: non mancano, infatti, medici ma attrattività del Sistema sanitario regionale».

Il bilancio del sessennio

Nel tracciare il bilancio del suo mandato, Di Lenarda ha evidenziato i risultati raggiunti dall’ateneo giuliano: un aumento del 30% degli immatricolati rispetto al 2019/20 (sei volte superiore alla media nazionale delle università pubbliche), un’attrattività per cui il 40% degli iscritti proviene da fuori regione e dall’estero (percentuale che sale al 60% nei corsi di terzo livello), e un incremento del 40% del peso medio degli output per ricercatore.

Significativi anche gli investimenti sul personale: 75 nuovi docenti negli ultimi cinque anni, con altre 56 prese di servizio programmate nei prossimi mesi, e 95 nuovi professionisti nel personale tecnico amministrativo, a cui se ne aggiungeranno altri 55 nel 2025. «Siamo molto orgogliosi, inoltre, di aver lanciato il piano straordinario di reclutamento di docenti ordinari di genere femminile che permetterà di assumere, entro l’anno, 10 nuove professoresse del grado più alto, una per dipartimento», ha sottolineato il rettore.

Un piano lungimirante considerando che, come annunciato durante la cerimonia, il prossimo rettore sarà una rettrice, segnando un cambiamento storico in un’università dove la disparità di genere è ancora evidente: ieri bastava dare una scorsa alla cattedra che ospitava i dieci direttori di dipartimento, con una sola presenza femminile.

Tra le autorità intervenute alla cerimonia anche il governatore Massimiliano Fedriga, che ha ribadito l’impegno della Regione: «Nel triennio 2022-2024, il finanziamento complessivo destinato al sistema universitario regionale ha superato gli 80 milioni di euro. Risorse significative per sostenere la didattica, la ricerca, l’innovazione tecnologica, il diritto allo studio, l’ammodernamento delle infrastrutture e la capacità di attrarre talenti».

Gli altri interventi

Per la prima volta nella storia dell’ateneo giuliano la cerimonia d’inaugurazione ha visto anche l’intervento del presidente di Assicurazioni Generali, Andrea Sironi, che ha evidenziato il legame storico tra l’azienda e l’ateneo, alimentato da «importanti collaborazioni». Di Lenarda ha voluto guardare anche al futuro, menzionando «la riqualificazione di Porto Vecchio, grande opportunità di rilancio per Trieste in termini di attrattività internazionale» e «il nuovo campus di Cattinara, un investimento di oltre 50 milioni di euro da parte della Regione che porterà la nostra Università a nuove vette in ambito sanitario e scientifico».

La cerimonia ha ospitato anche i saluti da parte del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e del vice sindaco Serena Tonel, gli interventi della presidente del Consiglio degli studenti Anna Colussi e della rappresentante del Personale tecnico amministrativo Francesca Tardio, la prolusione di Andrea Nardini, professore ordinario di Fisiologia vegetale, sul tema “Alcune lezioni dagli alberi sui rischi del cambiamento climatico”, e la premiazione delle dieci matricole più meritevoli, grazie al sostegno della Fondazione CRtrieste.

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