Riforma sanitaria, soccorso alfaniano

Il capogruppo di Ncd Colautti: «Al 70% votiamo sì». La maggioranza consiliare si allarga. E l’opposizione va in frantumi
Il capogruppo regionale di Nuovo Centrodestra Sandro Colautti
Il capogruppo regionale di Nuovo Centrodestra Sandro Colautti

Si allarga la maggioranza in Consiglio regionale. Ncd è pronto a votare la riforma della Sanità partorita dalla giunta Serracchiani, provvedimento chiave di questa prima parte di legislatura. «C’è un buon 70% di possibilità», dichiara il capogruppo Alessandro Colautti. La stampella degli alfaniani in queste settimane ha contribuito non poco a impacchettare il documento finale: l’emendamento nodale, su cui di fatto poggia l’intero impianto normativo, porta la loro firma.

È il passaggio chiarificatore, dopo i continui rimbrotti di Forza Italia all’assessore Maria Sandra Telesca, che suggella la fusione tra aziende sanitarie e ospedaliero- universitarie a Udine e Trieste; lì dove si dice che «entro due anni dall’entrata in vigore della legge l’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 1 Triestina e l’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 4 Friuli Centrale incorporano, rispettivamente, l’Azienda ospedaliero-universitaria Ospedali riuniti di Trieste e l’Azienda ospedaliero- universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine subentrando nelle relative funzioni, secondo modalità definite con protocolli di intesa tra la Regione e le Università interessate». Un emendamento scritto non a caso dal ministero della Sanità guidato da Beatrice Lorenzin, sponda Ncd, in collaborazione con la Regione e il gruppo consiliare in Fvg per aggirare lo scoglio della possibile incostituzionalità del testo.

Raffica di errori nella riforma sanitaria
Pazienti sottoposti a ossigenoterapia in una camera iperbarica

Un’altra norma paracadute, anche questa preparata dagli alfaniani, andrà a mettere ordine sulle funzioni dell’ente chiamato a gestire i servizi e le spese in tutta la regione. «Abbiamo rilevato il problema su questi due punti, che sono il cuore della legge, e lavorato con Lorenzin per superarli», sottolinea Colautti. «Sul voto conclusivo da parte nostra c’è apertura: 70% sì, ma mi riservo di arrivare alla fine – spiega – comunque ci saranno anche altri emendamenti che prepareremo assieme al Pd».

Una nuova maggioranza? «Per questa riforma evidentemente sì. Va detto – evidenzia il capogruppo – che dopo la rottura nazionale (con Berlusconi, ndr) è cambiato l’atteggiamento. Per il futuro su altre leggi vediamo, non appoggeremo Serracchiani per partito preso ma guarderemo ai contenuti». Colautti non nasconde, tuttavia, le sue perplessità su altri punti del provvedimento che giudica tutto sommato «timido» ma che in fondo «non è male». «Ncd come impegno non sta dalla parte della ricerca del facile consenso – viene precisato in un comunicato sottoscritto anche dal collega Paride Cargnelutti – ma da quella in cui si lavora per contribuire a rendere questa Regione e questo Paese più efficiente e fiducioso. Il nostro punto nave è valutare nel merito le riforme, ora quella della Sanità del Fvg, e su questa rotta ci muoveremo».

L’altro dato politico è che il gruppo, in tema di Sanità, spacca l’opposizione: sulle altre due norme, quella di Forza Italia e dell’ex presidente Tondo, si asterrà. «Non conoscevo neppure quei due testi, me li son trovati qua, – afferma Colautti – non li condivido, non posso sostenerli». Nel resto del centrodestra hanno un’altra idea. «La riforma non sta in piedi – insiste il capogruppo forzista Riccardo Riccardi – se ti occupi del trapianto del cuore non puoi gestire pure le badanti. E poi se la nostra Sanità è un’eccellenza, perché cambiano tutto? Dietro c’è una ragione ideologica, quella di Rotelli che immagina di curare la gente con le prediche». Duro l’intervento di Luca Ciriani (FdI): «È una legge politica, a Serracchiani non interessa niente se questa riforma farà risparmiare, anche perché su questo non ci sono evidenze. La sua è un’operazione di potere senza scrupoli».

Ieri la terza commissione ha esaurito il rito del dibattito generale e oggi prenderà in mano l’analisi dell’articolato. Telesca ha rassicurato sul ruolo delle università, in tema di didattica: «Per gli studenti aumentano le opportunità di esperienza sul territorio, anche a livello domiciliare e con la collaborazione dei medici di famiglia. L’obiettivo, con questa legge, è usare meglio le risorse spostandole alle aziende sanitarie».

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