Riforma sanitaria Fvg, arrivano i commissari
UDINE. Dopo settimane di tam-tam, la bozza di riforma sanitaria spunta ieri sera a Udine, in una sala della Regione. La forma è già quella del ddl, 52 articoli sotto il titolo “Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria». Un riordino che, previo azzeramento delle cariche nei 6 nuovi enti della sanità Fvg (5 Aziende e l’Ente per la gestione accentrata dei servizi sanitari), con tanto di commissariamento almeno semestrale nelle Aziende ospedaliero-universitarie di Trieste e Udine, decorrerà dal 2015.
Debora Seracchiani e Maria Sandra Telesca, prima di avviare l’iter a Palazzo con la diffusione dell’articolato alle direzioni centrali, radunano gli eletti della maggioranza e illustrano il testo che dovrebbe essere approvato in giunta venerdì. I consiglieri, adesso, lo dovranno studiare. Sono 31 pagine e VIII Titoli densi di novità per la sanità del Friuli Venezia Giulia, come da annunci. «La novità qualificante della riforma – puntualizza Telesca – è la riorganizzazione della sanità di prossimità, cioè di tutto quello che il cittadino deve avere vicino a casa».
Si parte con il Titolo I, quello delle finalità – potenziare l’assistenza primaria, riequilibrare le risorse, salvaguardare il ruolo delle università –, il II è già quello del riassetto istituzionale. Dall’1 gennaio 2015 opereranno cinque nuove Aziende: la Aou Triestina integrata con la Ass1 e ridenominata Azienda per l’assistenza sanitaria 1 Triestina; l’Azienda 2 Isontina-Bassa friulana; la 3 Collinare-Alto Friuli; la 4 frutto dell’integrazione tra Santa Maria della Misericordia di Udine e Ass 4 Medio Friuli, ribattezzata Friuli Centrale, ma senza più comprendere gli ambiti di Tarcento e San Daniele; la 5 Friuli Occidentale. Ancora nel titolo II la bozza prevede che in fase di avvio, nel primo semestre del 2015 (anche se il termine del 30 giugno viene definitivo prorogabile), le Aziende ospedaliero-universitarie di Trieste e Udine e le loro territoriali di riferimento siano commissariate in attesa di un nuovo protocollo d’intesa con la Regione «che dovrà prevedere le modalità di istituzione di un’Azienda che, oltre a svolgere le proprie funzioni di assistenza, didattica e ricerca, aggiunga la presa in carico degli assistititi e la continuità nelle cure, in modo da assicurare lo svolgimento coordinato anche delle funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione». A decadere, dall’1 gennaio 2015, saranno non solo gli incarichi di direttore generale delle attuali Ass ma anche quelli di direttore sanitario e amministrativo, oltre che dei coordinatori sociosanitario. Le nuove nomine, così come quelle dei due commissari, saranno comunque contestuali. All’articolo 7 viene poi introdotto un nuovo Ente, il sesto, quello per la gestione accentrata dei servizi sanitaria che svolgerà funzioni di aggregazione della domanda e centrale di committenza per l’acquisizione di beni e servizi, nonché funzioni amministrative, gestionali e di supporto programmatico. Una riproposizione con maggiori competenze di quello che era stato il Centro servizi condivisi in era Illy.
Il Titolo III della legge dispone dell’assetto organizzativo. Nelle 5 Aziende opereranno a regime il direttore generale, nominato d’intesa con le università, il collegio sindacale e il collegio di direzione. A raccogliere le istanze del territorio, in particolare dei comuni, sarà invece la Conferenza dei sindaci. A seguire il Titolo IV interviene sui Livelli organizzativi degli enti, il dipartimento di prevenzione, l’assistenza distrettuale, l’assistenza medica primaria e quella domiciliare, il dipartimento di salute mentale, prima di entrare nel tema dell’organizzazione ospedaliera che, è confermato, sarà organizzata secondo il modello “hub and spoke”: tre presidi ospedalieri con bacino di utenza sopra i 300mila abitanti (Trieste, Udine e Pordenone), tre specializzati (Burlo, Cro e Gervasutta) e i quattro territori (tra gli 80mila e i 150mila abitanti): Gorizia e Monfalcone; Latisana e Palmanova; San Daniele e Tolmezzo; San Vito e Spilimbergo.
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