Rifondazione, l'ex segretario sbanca il partito

Prima la lite, poi la la vertenza legale. Chiusa a spese di Rifondazione: 25.500 euro da versare a Giulio Lauri

TRIESTE Dopo la scissione politica, la vertenza legale. Chiusa, a spese di Rifondazione comunista: 25.500 euro da versare all'ex segretario, Giulio Lauri. Non proprio una buonuscita proletaria, osservano a Rc. «Un brutto colpo», dice il segretario in carica Kristian Franzil. Questione economica ma anche morale: «Mai una scissione che si risolvesse senza strappi». Compagni ma non più amici. Non dopo un caso di lavoro finito in mano agli avvocati. Lauri, segretario di Rifondazione ai tempi di Riccardo Illy e Intesa democratica al governo in Regione, all'indomani della sconfitta elettorale subita da Renzo Tondo e dal centrodestra, era l'aprile 2008, si autostipulò un contratto di lavoro. In sostanza, spiega Franzil, «nella veste di segretario che in quel momento ricopriva, trovò un accordo tra sé stesso e il partito».

Non l'unica stranezza, c'è di più. Perché, prosegue l'attuale segretario, «l'inquadramento contrattuale fu previsto a tempo indeterminato». Non si fa, non in un partito. «Tutti i contratti, a partire dal lavoro all'interno dei gruppi consiliari, si stipulano a tempo determinato, sulla base della durata dell'incarico. Perché la politica è un servizio - sottolinea Franzil -. Finito il servizio, non si può pensare di percepire lo stesso compenso di prima».

E invece, con la sinistra in ebollizione post sconfitta anche alle elezioni politiche, inizia lo scontro interno a Rifondazione comunista del Friuli Venezia Giulia. Non solo un problema politico, ma anche di rapporto di lavoro. Lauri, dopo il congresso dell'ottobre 2008 che elegge Franzil alla segreteria, vira verso gli scissionisti prendendo la strada di Nichi Vendola, e cioè di Sinistra ecologia e libertà. «Un periodo convulso - ricorda Franzil -, non facile da gestire. Quando è ripresa la fase normale di lavoro nel partito, ecco che ci siamo accorto che Lauri si era fatto quel tipo di contratto. Che, senza il nostro intervento, sarebbe rimasto in vigore addirittura dopo la sua uscita da Rifondazione comunista». Le cifre? «Uno stipendio lordo mensile di 2.769 euro, più tredicesima e quattordicesima».

Franzil spiega ancora che, «nella speranza di una risoluzione amichevole», Rifondazione protrasse il rapporto di lavoro dell'ex segretario per altri due mesi, fino al gennaio 2009, «pagando i contributi all'ultimo centesimo». Niente da fare: le parti non si accordano. E si arriva agli avvocati, con la sede della Uil scelta come conciliazione, «come voluto da Lauri, difeso dall'avvocato Carbone». «Per chiudere la vicenda, il partito gli ha dovuto versare 25.500 euro, un corrispettivo pari a più di 8 mesi di lavoro. Per me è l'ennesima scissione che finisce in maniera traumatica - conclude Franzil -. Dispiace in particolare perché non si dovrebbe arrivare a mettere in così grande difficoltà un partito nel quale hai militato anche con soddisfazioni personali e dal quale te ne vai per tua scelta».
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