Rifiuti, nell’Isontino si pagherà quanto si produce

La vicepresidente della Provincia Cernic: «In un Comune dell’Isontino sperimenteremo la tariffa puntuale che premia chi effettua più raccolta differenziata»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 27.04.2011 Presentazione candidatura Mara Cernic - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 27.04.2011 Presentazione candidatura Mara Cernic - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Introdurre la tariffa puntuale, ovvero un sistema di calcolo basato sulla quantità dell’indifferenziato prodotto. La novità, a livello di sperimentazione, scatterà nei prossimi mesi in uno dei 25 Comuni dell’Isontino. «Ancora non abbiamo deciso in quale paese ma vogliamo iniziare perché soltanto così possiamo dare slancio alla raccolta differenziata che sta un po’ languendo - annuncia la vicepresidente della Provincia, Mara Cernic -. In pratica, se il cittadino produce più indifferenziato pagherà di più, mentre chi seleziona adeguatamente i propri rifiuti domestici dovrà poter pagare di meno. È chiaro che così le famiglie sarebbero maggiormente incentivate a riciclare e a produrre meno rifiuti».

Ma come si riusciranno a quantificare i rifiuti prodotti? «Ci sono diversi metodi. Ad esempio, si potrebbe distribuire un determinato quantitativo di sacchetti per l’indifferenziato ad ogni famiglia. Qualora, il nucleo familiare dovesse avere bisogno di un numero superiore di sacchi, li pagherebbe. Ci sono già alcuni Comuni in provincia di Udine che hanno sperimentato con risultati positivi un modello del genere. Attualmente, da noi, il sistema di conteggio si basa invece, sostanzialmente, sulla superficie dell’abitazione e sul numero di componenti del nucleo familiare. Intendiamo insistere per arrivare a un sistema di tariffazione più equa e ne parleremo riunendoci con i sindaci isontini in maggio».

Ma perché è urgente tale “rivoluzione”? È inutile nascondersi dietro a un dito. La raccolta differenziata nell’Isontino langue. «È in una fase di stallo», rimarca Mara Cernic. «Oggi, in provincia di Gorizia, siamo al 62%. La dinamica poteva essere anche prevedibile. Quando si inizia c’è il picco, poi c’è l’assestamento. Altrettanto vero è che sia Gorizia che Monfalcone potrebbero fare di più. In entrambe le città la differenziata è scesa di un punto percentuale. In questo momento più di un terzo dei rifiuti urbani prodotti resta indifferenziato. Un trend meno incoraggiante rispetto agli auspici».

Consultando i dati Comune per Comune, si nota che anche in buona parte delle singole realtà urbane la crescita della differenziata sembra essersi arrestata, anzi in certi casi si riscontra una lieve diminuzione. A Gorizia l’incidenza della differenziata era cresciuta ininterrottamente nel triennio dal 2010 al 2012 passando dal 53% al 56% e infine al 57%: ma nel 2013 si è riscontrato un leggero calo, con un ritorno al 56%. Ma c’è anche un elemento positivo perché cala la produzione di rifiuti. «È diminuita di più di 3mila tonnellate nell’ultimo anno ed è calata pure la produzione pro capite. Questi sono dati incoraggianti: significa - rimarca la vicepresidente della Provincia - che la campagna che stiamo portando avanti ormai da un anno sul produrre meno immondizie funziona».

Nel 2013 i cittadini della provincia di Gorizia hanno prodotto in totale 66.454 tonnellate di rifiuti urbani, ovvero più di 3 mila tonnellate in meno rispetto alle 67.271 del 2012 e addirittura 6 mila tonnellate in meno rispetto alle 72.485 del 2010. Numeri che fanno scendere a 472 chili per abitante la media pro capite di rifiuti prodotti, dato che appena quattro anni fa era pari a 509 chili per abitante. «Il dato sulla produzione dei rifiuti, che continua a calare, è sicuramente incoraggiante - aggiunge la Cernic -. Nella nostra campagna di comunicazione, da un anno a questa parte, si punta sui concetti del “riduciamo, riusiamo e ricicliamo”, ma si sottolinea anche che il primo punto è proprio ridurre la produzione domestica, ovvero la base per avere poi meno rifiuti da selezionare e da smaltire. Oltre a una maggiore sensibilità da parte dei cittadini, è chiaro che a contribuire all’ulteriore riduzione dei rifiuti prodotti è anche la crisi economica, che ha determinato nell’ultimo anno in un calo dei consumi».

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