Rifiuti, escrementi e vetri Topolini come discariche
Una camminata al sole a Barcola, a pochi metri dal mare, per godersi una giornata dal sapore decisamente primaverile. Una scelta fatta da molti triestini e turisti durante le giornate festive di Pasqua e Pasquetta. Peccato che la passeggiata abbia riservato agli amanti del lungomare una sorpresa quantomai sgradita: la presenza in molti punti dei Topolini di rifiuti, sporcizia di ogni tipo e forte odore di urina. Uno spettacolo poco edificante, che ha scoraggiato chi, tra i visitatori, pensava anche di godersi il tepore seduto sotto le terrazze. La puzza, infatti, ha reso insopportabile la sosta.
Degrado e danni, insomma. Qualcuno di recente ha pure smontato alcune plafoniere, per rubare le lampadine e portarle via indisturbato. Sotto i Topolini, nella parte coperta proprio davanti al mare, la scena che si presenta è desolante in diversi punti, ormai da tempo. Sotto le panchine in pietra si accumulano bottiglie, avanzi di cibo, lattine, rifiuti di ogni tipo, compreso abbigliamento e calzature, in aggiunta a deiezioni, pacchetti di sigarette e pezzi di vetro. Spuntano qua e là anche parecchie etichette di vestiti, come se qualcuno avesse deciso di cambiarsi subito dopo averli acquistati. Negli angoli più interni l’odore di pipì è fortissimo, aumentato nei giorni scorsi anche a causa delle temperature più elevate. Ma qualcuno non si è limitato a orinare e ha lasciato un “ricordino” più consistente, proprio sopra una parte delle panchine interne. A terra un tappeto di fazzoletti usati e pure qualche pacchetto ancora intero, che forse è stato perso magari nella fretta, dopo aver utilizzato lo spazio come servizio igienico all’aria aperta.
Tra i rifiuti ieri in bella vista c’era anche lo scheletro di un ombrello, ormai senza copertura, ma “ornato” curiosamente con alcuni vecchi calzini. Poco distante un paio di mutande, una giacca, qualche maglietta e pezzi di stoffa strappati. Tra le immondizie abbandonate anche un bottiglione con un liquido nero non meglio identificato, quasi interamente pieno.
In molti casi si tratta di resti di bivacchi serali e notturni, come mostrano i cumuli di bottiglie di birra vuote, le confezioni di vino in scatola gettate qua e là, le tante lattine schiacciate. Ma secondo alcuni residenti c’è pure qualcuno che ogni tanto passa la notte lì sotto, complice anche l’assenza totale di illuminazione. Potrebbero appartenere forse proprio a chi non ha una fissa dimora abiti e scarpe che vengono buttati tra una seduta e l’altra, quando ormai non servono più, come uno stivaletto bianco, dimenticato nei primi Topolini, un giubbino ormai pieno di polvere adagiato a terra e qualche maglietta sporca, mentre la biancheria intima potrebbe far pensare a un ulteriore utilizzo delle zone più buie.
Non solo immondizie, però. La zona, purtroppo, è bersaglio anche di atti vandalici. I graffitari hanno sporcato con scritte i pannelli che coprono le docce. Qualcuno ha poi tentato di sforzare le assi, e sotto il quinto topolino, dove in estate lavora il bar, ha rubato le lampadine aver smontato la copertura delle plafoniere ed eliminato le viti. Tutte sono state divelte e, in un caso, il danno appare più evidente, con la luce quasi strappata dalla sede.
«Il problema era sentito anche nel corso dell’ inverno – ricorda Michele Babuder, consigliere comunale e per anni consigliere circoscrizionale proprio a Barcola -. So che sono stati fatti alcuni interventi di pulizia straordinaria ma non sono risolutivi. Nei giorni scorsi nei primi Topolini c’erano sacchi pieni di bottiglie e in tanti hanno notato le lampadine rubate al quinto. Una soluzione, semplice ed efficace, potrebbe essere l’installazione di un impianto luci, per tutto l’anno, perché lo spazio andrebbe costantemente illuminato, mentre per il momento spesso si trasforma in una “terra di nessuno”».
Chi lavora a Barcola si appella al senso civico di chi frequenta i Topolini, specie con la bella stagione alle porte. «La responsabilità della situazione attuale è dovuta principalmente alla maleducazione della gente - commenta Clara Quaranta, che gestisce uno dei chioschi del lungomare -. Vediamo anche noi i rifiuti, non ci sono i cestini dove buttarli nella parte sotto, ma basta fare una rampa di scale e ce ne sono tanti sul marciapiede. È una questione di pigrizia e, appunto, di scarso rispetto verso il bene pubblico. Il Comune ha sempre provveduto alla pulizia, anche ieri ho visto sistemare i pozzetti per i bagni, quindi gli interventi ci sono, speriamo che cambino i comportamenti delle persone».
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