Rifiuta di sottoporsi all’alcoltest: Rotelli denunciato

La relazione dei carabinieri per guida in stato di ebbrezza è in Procura. Smart sequestrata al consigliere regionale Pd
Di Matteo Unterweger
sterle trieste azienda sanitaria prof rotelli
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Denunciato per essersi rifiutato di sostenere la prova dell’alcoltest e per guida in stato di ebbrezza. Patente ritirata e automobile sotto sequestro. La relativa relazione dei carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando provinciale di Trieste è approdata in Procura. Protagonista della vicenda è il consigliere regionale del Pd Franco Rotelli, 71 anni, manager della sanità per anni al timone dell’Azienda sanitaria di Trieste.

L’episodio risale al 28 dicembre scorso, quando attorno all’1 della notte la Smart guidata da Rotelli viene fermata per un controllo dai carabinieri in largo Canal. I militari dell’Arma, dopo essersi fatti consegnare patente di guida e libretto di circolazione dall’esponente dei democrat, chiedono al politico di scendere dalla macchina e di seguirli per effettuare l’alcoltest (nella relazione dei carabinieri si evidenziano occhi lucidi e alito non propriamente fresco per il consigliere regionale). Rotelli tuttavia, secondo quanto rilevato dai carabinieri, rifiuta di sottoporsi alla misurazione. Più di una volta. Scatta allora la procedura nei suoi confronti, con denuncia, ritiro della patente e sequestro del mezzo sul quale si trovava al volante. Poi però Rotelli, a un certo punto - aspetto che emerge nella denuncia a suo carico -, fa presente ai carabinieri di averci ripensato e di volersi sottoporre all’accertamento. I militari, però, gli rispondono che ormai è troppo tardi, che ha rifiutato nonostante gli fosse stato chiesto più di una volta di effettuare l’esame con cui si verifica tramite l’etilometro se il tasso alcolemico del soggetto sia eventualmente sopra al limite imposto dalla legge o meno.

Ora il consigliere regionale dovrà difendersi a livello giudiziario. Il suo legale è l’avvocato Giovanni Borgna. Ma intanto lo stesso Rotelli contesta apertamente quanto verbalizzato dai carabinieri il 28 dicembre scorso: «Quella notte ho accompagnato a casa un amico dopo una cena - riepiloga Rotelli, fornendo la sua versione dei fatti -. Dopo averlo fatto scendere dall’auto, una pattuglia dei carabinieri mi si è avvicinata chiedendomi patente e libretto. Poi sono stato inviato a uscire dalla vettura e mi è stato detto “dovrebbe soffiare qui”». Il soffio, evidentemente, non si è mai concretato in questa vicenda. «A quel punto - riprende Rotelli - ho chiesto di avere spiegazioni su cosa succede nel caso una persona abbia bevuto due bicchieri visto che ho sentito cose terrificanti su questi aggeggi (il riferimento è all’etilometro, ndr) oppure nella situazione in cui si rifiuti di sottoporsi all’alcoltest. Ho chiesto spiegazioni - ribadisce -, non mi sono rifiutato di sostenere l’accertamento tecnico». Secondo i carabinieri, invece, Franco Rotelli ha risposto di non voler soffiare nello strumento che misura il tasso alcolemico. «Mi hanno detto - riprende Rotelli - “lei si è rifiutato” e allora ho voluto si mettesse a verbale che non mi ero rifiutato. Peraltro ho un testimone di ciò che ho affermato, cioè la persona che stavo portando a casa».

Il consigliere del Partito democratico non nasconde il proprio fastidio per questa storia: «Non ho commesso alcuna infrazione - osserva l’ex direttore generale dell’Ass1 -, non ero affatto ubriaco e non ho infranto alcuna regola. Nella documentazione, peraltro, i carabinieri hanno rilevato solamente, fra gli item da spuntare (le caselle relative ai “segni” di un possibile stato di ebbrezza, ndr), gli occhi lucidi. Ma li avevo arrossati perché era l’una della notte. Contesto - conclude il consigliere regionale - sia il fatto che si sostiene io mi sia rifiutato di effettuare l’alcoltest e anche l’accusa di guida in stato di ebbrezza». Ora dovrà portare le proprie ragioni in Tribunale.

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