Riesplode la guerra del “Terrano”

L’eurodeputato istriano Jakov›i„ contesta la doc slovena “Teran” chiedendo aiuto al commissario europeo Hogan
Di Mauro Manzin
Altran Grado-SARDELADA
Altran Grado-SARDELADA

TRIESTE. Dopo aver sotterrato l’ascia di guerra sulla Malvasia istriana, Croazia e Slovenia, ma vengono tirati in ballo anche i produttori italiani, riaprono le ostilità sul fronte del Terrano. Lo ricordiamo che per la Malvasia ci si è accordati per la creazione di un brand unico per questo vino autoctono, indipendentemente se esso venga prodotto nell’Istria slovena o in quella croata.

Per quanto riguarda il Terrano, invece, la Slovenia ha protetto il “teran”, prodotto entro i suoi territori nazionali, con il marchio di origine controllata. Adesso, secondo la Croazia diventata Paese membro dell’Unione europea il 1 luglio del 2013, Lubiana non aveva il diritto di proteggere con il marchio di origine controllata a livello europeo il vino terrano (“teran” anche in croato) e in questo modo danneggiare i viticoltori croati e italiani.

Lo sostiene l'eurodeputato croato Ivan Jakov›i„, storico leader del partito regionalista istriano, la Dieta democratica istriana (Ddi), che della disputa tra i viticoltori sloveni e croati ha informato ieri a Strasburgo il commissario europeo Phil Hogan.

«Al commissario Hogan ho chiaramente spiegato che la protezione (da parte della Slovenia, ndr.) del nome “teran” è un palese imbroglio», ha detto Jakov›i„ in un comunicato del suo ufficio diffuso ieri in serata. «È stato protetto un tipo di vitigno e sappiamo tutti che le uve non conoscono confini - afferma l'eurodeputato - ai viticoltori croati come anche a quelli italiani deve essere permesso di utilizzare il nome teran/terrano trattandosi un vino autoctono dell'intera Istria».

Recentemente Jakov›i„ ha inoltrato una richiesta ufficiale alla Commissione europea «affinchè si possa correggere l'errore fatto con la protezione del nome solo da parte dei viticoltori sloveni». Lunedì scorso con Hogan dello stesso argomento ha discusso anche il ministro dell'Agricoltura croato, Tihomir Jakovina, che ha espresso la volontà di «trovare una soluzione accettabile per la Slovenia, la Croazia e la Commissione europea».

Il commissario ha proposto una riunione di tutte le parti interessate. Nel 2004 la Slovenia è riuscita a proteggere come prodotto tipico il terrano, dunque molto prima che l'anno scorso la Croazia aderisse alla Ue. Questo fatto impedisce ai viticoltori istriani croati di vendere e pubblicizzare il terrano sotto questo nome.

La parte slovena ha finora escluso la possibilità di rinunciare all'esclusività dell'uso del marchio di origine controllata. Ricordiamo che il terrano,un vino rosso secco e acidulo, è tipico dell'Istria croata, del Carso sloveno e della zona di Trieste e di Gorizia e la sua tipicità è da ricercarsi nei terreni ricchi di ferro nei quali cresce il vitigno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo