Rientri dall'estero, gli hotel triestini perdono ulteriori ospiti

Molti lombardi e piemontesi di ritorno dall’Istria trascorrevano una notte in città. Ora tirano dritti verso casa per fare lì i test
Lasorte Trieste 11/04/20 - Rive
Lasorte Trieste 11/04/20 - Rive

TRIESTE Non solo hotel, camping e residence oltreconfine. L’obbligo dei tamponi imposto al rientro dalla Croazia sta facendo sentire i suoi effetti negativi anche nelle strutture ricettive triestine. A seguito della stretta decisa dal ministero della Salute, infine, si sta verificando una raffica di cancellazioni per le stanze prenotate negli alberghi della città.

«Chi contava di trascorrere uno o due giorni a Trieste prima di raggiungere la Croazia o al ritorno da viaggi in Istria o Dalmazia, ora sta mandando disdetta - avverte il presidente di Federalberghi Guerrino Lanci -. Già meno di un’ora dopo l’annuncio del ministro Speranza sono arrivate le prime telefonate per chiedere informazioni sul da farsi o per disdire la camere».

L’ordinanza, dunque, ha innescato un’onda lunga di prenotazioni annullate che tocca sì la Croazia ma, di rimbalzo, anche la nostra città. E a risentirne, oltre alle strutture ricettive, sono ovviamente anche i pubblici esercizi e poi il commercio al dettaglio.

Gli operatori turistici croati a poche ore dalla decisione del nostro governo, avevano già evidenziato un numero significativo di disdette da parte di turisti italiani, preoccupati per la questione legata all’obbligo di tampone. Sono bastati pochi giorni perché l’effetto negativo rimbalzasse fino a Trieste, da sempre meta di una fetta consistente di turisti che prima di varcare al confine o dopo, a fine vacanza in Croazia, passavano una, due notti nella nostra città. Un meccanismo consolidato, che ha offerto una vetrina al capoluogo giuliano. «Alcuni hanno disdetto la vacanza in Croazia e, di conseguenza anche da noi, – spiega Lanci –. Altri, attualmente in ferie in Croazia, visti gli obblighi tornano subito a casa, senza la breve vacanza a Trieste. Le indicazioni governative obbligano infatti a sottoporsi ai tamponi nelle strutture dell’Azienda sanitaria del proprio territorio di residenza. Non si discute sulla necessità della misura adottata dal ministro - sottolinea il presidente -, ma l’applicazione pratica si sta rivelando l’ennesimo danno per le imprese del turismo già pesantemente danneggiate».

Imprese che peraltro, in un primo momento, temevano di andare incontro anche ad un altro scenario: la possibilità di trovarsi ad accogliere turisti di rientro dalla Croazia rivelatisi magari positivi ai tamponi, con il rischio quindi di doverli ospitare per tutta la quarantena e la paura quindi di ulteriori contagi. Uno spettro tuttavia, come detto, poi allontanato dall’ordinanza, che ha chiarito l’obbligo di sottoporsi al test nella propria Azienda sanitaria di riferimento.

Resta il fatto che il sistema piuttosto ingarbugliato e una serie di rischi spingono i turisti a rinunciare o, nel caso si trovino già in Croazia, ad accorciare la vacanza rinunciando alla tappa triestina, tirando dritto verso casa.

Si prevede pertanto una fine agosto da dimenticare.E anche per settembre le prospettive sembrano tutt’altro che rosee. «Per Ferragosto in genere il 65%, dei posti letto negli alberghi era occupato – riferisce Lanci –, per questa settimana c’è ancora un po’ di movimento ma poi da fine mese si prevede un calo importante. Per le prime settimane di settembre, negli anni scorsi periodo di alta stagione per Trieste, ci sono poche prenotazioni e neppure Esof (in programma dal 2 al 6 settembre ndr) sta generando per ora prenotazioni. Siamo preoccupati». —


 

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