Ricreatorio Lucchini “off limits” Scontro sul cantiere in ritardo

I ritardi accumulati nei lavori di restyling dello storico ricreatorio “Lucchini” nel rione di San Luigi infiammano la seduta della quarta commissione presieduta da Anna Mozzi (Pd) che ieri ha effettuato un sopralluogo nella struttura di via Biasoletto. Il cantiere, scattato ai primi di giugno dello scorso anno e affidato all’impresa friulana Di Betta Giannino Srl di Nimis, doveva concludersi alla fine di febbraio, con un cronoprogramma fissato in 270 giorni, per un importo complessivo di 240mila euro, coperti da un contributo regionale ventennale di 12 mila euro.
L’intervento di manutenzione straordinaria di uno dei più antichi ricreatori triestini (realizzato nel 1914) che ospita circa 150 ragazzi, attualmente dirottati negli spazi della vicina scuola Aldo Padoa, riguarda nello specifico il rifacimento dei servizi igienico-sanitari e dei serramenti, l’adeguamento degli impianti elettrici e delle barriere architettoniche, oltre alla sistemazione di nuovi arredi. Alla ditta è stata concessa una proroga di due mesi, il che significa che l’intervento sarà completato a primavera. «Dobbiamo ammettere che c’è stato un leggero ritardo - ha affermato l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto, accompagnato dal progettista e direttore de lavori Diego Fabris -. Sono state affrontate e superate in corso d’opera una serie di criticità e imprevisti come spesso accade quando si apre un cantiere. Una struttura peraltro particolare, in quanto ubicata al piano terra di un edificio Ater particolarmente vetusto. In ogni caso l’idea è stata quella di ampliare l’intervento risolvendo una serie di problematiche che in fase di progettazione non potevano essere affrontate». Spiegazioni che non hanno convinto le forze di opposizione che sono passate al contrattacco. Ad accendere la miccia Stefano Patuanelli (M5S): «È inaccettabile che che non si sia riusciti a completare l’intervento nei tempi prestabiliti. C’era tutto il tempo necessario. Il problema è che per tutta l’estate qui non si è battuto chiodo e i lavori sono partiti appena in autunno, mentre nel frattempo i ragazzi e le famiglie sono costretti a sopportare una lunga serie di disagi». A dare man forte anche Piero Camber (Fi) secondo cui si tratta «dell’unico cantiere di questa amministrazione peraltro lasciato rallentare per arrivare al taglio del nastro alla vigilia delle elezioni». Concetti ripresi da Michele Lobianco (Impegni civico): «È questa l’unica opera realizzata in 5 anni di amministrazione che viene maldestramente consegnata in piena campagna elettorale». Lorenzo Giorgi (Pdl) dà man forte: «È mancata una attenta valutazione in partenza, ma il vero problema è che i ricreatori, oggi poco frequentati, vanno riportati al loro originale ruolo di aggregazione per i giovani come accadeva in passato». Per Franco Bandelli (Un’Altra Trieste) «sono stati commessi degli errori nello stabilire la durata del cantiere. Adesso si potrà rimediare almeno in parte realizzando altri lavori e utilizzando le risorse derivanti dal ribasso d’asta». Per la maggioranza si è espresso Giovanni Barbo (Pd): «Questi lavori sono un ulteriore segnale di attenzione di questa amministrazione per le periferie. Questa struttura in particolare necessita da molto tempo di un intervento del genere». Presenti al sopralluogo anche alcuni genitori, per i quali «il mancato rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori provoca grandi disagi soprattutto ai bambini che attualmente sono costretti a svolgere la loro attività ricreativa in spazi esigui. Alla fine quando il Lucchini tornerà a essere utilizzabile sarà trascorso quasi un anno». Così infine Dapretto che ha risposto in modo piccato alle critiche: «Credo che un mese o poco più di ritardo nei lavori sia poca cosa rispetto a quello che sarà il risultato finale dell’operazione. Questa struttura si presentava in condizioni pessime da decenni, ma nessuno prima di noi aveva mai deciso di mettere in atto un intervento così corposo di ristrutturazione».
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