Ricoverato in codice verde ma era un’appendicite acuta

Il goriziano Ballaben: «Diagnosi intempestiva, ho rischiato la vita. Chiedo i danni»  Pittioni dell’Asugi replica: «Tutte le carte sono in mano al nostro ufficio legale»
Bumbaca Gorizia 18_03_2018 Ospedale civile San Giovanni di Dio esterni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18_03_2018 Ospedale civile San Giovanni di Dio esterni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Una narrazione dei fatti. Nulla di più. Che dovrà essere accertata da Asugi per un eventuale risarcimento dei danni patiti.

La vicenda vede protagonista, suo malgrado, il goriziano Fabrizio Ballaben. L’avvocato Carlo Ferrara, che lo tutela, ha scritto una lettera all’Asugi che ha per oggetto: “Risarcimento danni per malpractice sanitaria”.

Ballaben, lo si apprende dalla Pec inviata all’Azienda sanitaria, è stato ricoverato al San Giovanni di Dio dal 19 dicembre 2019 al 3 febbraio 2020. «A causa di una intempestiva diagnosi di appendicite acuta - scrive il legale - ha dovuto sottoporsi ad un intervento gravoso per peritonite gangrenosa con esiti pregiudizievoli anche permanenti».

Ecco la ricostruzione fornita dell’accaduto. «Dal 16 al 18 dicembre, Ballaben, contattando telefonicamente il medico di medicina generale che sostituiva il suo medico curante - scrive il legale - richiedeva visita domiciliare, lamentando forti dolori all’addome, associati ad alterazione corporea (37,5°) e tosse nonché, a causa di ciò, l’impossibilità di recarsi nello studio medico. La dottoressa rappresentava a Ballaben “di non aver il tempo necessario” per poterlo visitare né a domicilio né in ambulatorio: rinviava all’indomani l’effettuazione della visita che, tuttavia, non veniva mai effettuata dal medico convenzionato, né lo stesso di premurava di avere informazioni sullo stato di salute del mio assistito».

Visto che i dolori non passavano, Ballaben ha chiamato, nella notte fra il 18 e il 19 dicembre, la Guardia medica «e anch’essa si rifiutava di effettuare la visita domiciliare». Chiamato il 118, alle 2.17 del 19 dicembre, Ballaben è stato trasportato con l’ambulanza al Pronto soccorso dell’ospedale di Gorizia «ove, in prima accoglienza, nonostante la severità dei dolori veniva classificato come “codice verde”. Al Pronto soccorso - il raccolto dell’avvocato - veniva visitato alle 3.38 e veniva riscontrato “Addome globoso per adipe, trattabile, dolente e dolorabile diffusamente, principalmente in epigastiro. Non peritonismo”».

Proseguendo, Ballaben accusava ancora febbre, poi diarrea, scompenso glicometabolico con peggioramento della dolorabilità palpatoria e comparsa di segni di irritabilità peritoneale. E si arriva nel merito. «Appena alle 16 del 20 dicembre - denuncia l’avvocato - è stata chiesta con urgenza una Tac addominale» che evidenziava la necessità di essere sottoposto con urgenza «a un intervento chirurgico di appendicectomia laparoscopica con shock settico perioperatorio, caratterizzato da Ards e insufficienza renale acuta, con ricovero prolungato in Terapia intensiva per sostegno emodinamico e ventilatorio meccanico, antibiotico-terapia ad ampio spettro, e emodialisi con lento e progressivo miglioramento del quadro circolatorio e respiratorio, in ogni caso con rischio elevatissimo di pericolo di cessare la vita».

Nella narrazione dei fatti emergono anche i postumi dell’operazione con un’invalidità civile del 70 per cento e i postumi per insufficienza respiratoria sub-acuta secondaria. «Da quanto sopra premesso - rileva ancora l’avvocato - essendo evidente l’errore e/o ritardo diagnostico determinato da una inadeguata e, comunque, intempestiva predisposizione di idonei esami clinici e strumentali a fronte di un quadro sintomatologico (dolori addominali, iperglicemia in soggetto non diabetico, febbre) attestante uno stato di appendicite acuta (se non di peritonite in atto) come possibile, se non probabile, sono a richiederVi il risarcimento dei danni subiti da Fabrizio Ballaben sia sotto il profilo biologico (invalidità temporanea e permanente) sia quello patrimoniale».

La replica dell’Asugi? Contattato Daniele Pittioni, direttore medico-ospedaliero e responsabile dei due nosocomi, spiega che Asugi ha passato tutta la documentazione «al proprio ufficio legale». Altro non aggiunge anche perché l’iter, evidentemente, è appena agli inizi.

Ma da fonti vicine all’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina emerge che tutti i professionisti interessati alla vicenda avrebbero già fornito tutte le risposte del caso, in una sorta di botta e risposta. Insomma, Ballaben e il suo legale avrebbero già ottenuto risposte di carattere tecnico ai dubbi. Ma il goriziano protagonista di questa incresciosa vicenda chiede che venga fatta chiarezza sino in fondo per «i postumi permanenti postoperatori, risultando tuttora i gravi problemi di salute di fibrosi polmonare». —

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