ricerca sanitaria, Burlo superstar
La concorrenza è ogni anno spietata. Ma Trieste forse, a conti fatti, combatte assai poco. Quand’è ora di pagare le tasse lo strillo più frequente di associazioni, enti culturali, sportivi, di ricerca e volontariato è “dateci il 5x1000”. Logico che dei colossi nazionali attirino il maggior sostegno. Ma da noi come vedremo ci sono proprio delle lacune. Partiamo però dalle buone notizie. Il Comune è tra i capoluoghi della regione quello che incamera per le attività sociali la cifra più pesante, quasi 55 mila euro. E si piazza all’11.o posto in Italia. Udine è a 41 mila, Pordenone a 20 mila, Gorizia a 14 mila. Ma è l’unico caso in cui Trieste dimostra di sapersi guadagnare bene quel “surplus” che in certi casi è un autentico forziere di denari (totale dei Comuni italiani: oltre 13 milioni).
L’Agenzia delle entrate ha appena pubblicato gli elenchi degli ammessi e sono relativi appena al 2012. Suddivisi per enti di volontariato e onlus (una impressionante valanga di oltre 34 mila soggetti che riempie 1560 schede e si porta a casa quasi 265 milioni di euro), enti di ricerca sanitaria, attività sociali dei Comuni, associazioni sportive dilettantistiche, enti di ricerca scientifica.
Il massimo a livello nazionale se lo piglia Emergency, che riceve 10,3 milioni di euro, seguita da Medici senza frontiere con 8,1 milioni. A Trieste si piazza molto bene e per prima tra le onlus locali l’Agmen, l’associazione con sede al Burlo Garofolo che segue bambini malati di tumore: 10.312 persone hanno voluto devolvere, arriveranno 91.175 euro. E anche Abc, associazione dei bambini chirurgici, non se la cava male, con 75 mila euro. Al 351.o posto su 34 mila troviamo la Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin con quasi 63 mila euro. E il Teatro Verdi che avrebbe molto bisogno di aiuto? Incassa “solo” 38 mila euro, la scelta fiscale è stata fatta da 1007 persone. Appare nella lista anche il Teatro stabile Rossetti, prescelto appena da 129, con un introito che sarà di soli 3910 euro. Al contrario il Collegio del mondo unito di Duino ha avuto meno opzioni del Verdi (938) ma evidentemente da contribuenti più ricchi, perché incamera di più, 56.708 euro. E non si comporta male nemmeno “Il gattile”, al confronto. Per i mici i contribuenti triestini sono riusciti a devolvere 29.344 euro. Più che agli anziani della “de Banfield” e ai bimbi di Azzurra-Malattie rare (26 mila ciascuno). La Fondazione Caccia Burlo è omaggiata di appena 3032 euro, mentre per la Lega nazionale si sono spese più attenzioni (17.783).
Ma questa infinita proliferazione di enti, associazioni che poi diventano quasi gruppetti di quartiere (eppure la loro natura li rende abilitati ad accedere alla quota) quanti utili denari porta e quanti ne disperde? Basti vedere (e sarà ancora più chiaro al capitolo sportivo dei dilettanti) quante volte la micro-associazione viene opzionata, talora da un numero inferiore di soggetti di quanti potrebbero essere i soci. Per quote relative che, scendi e scendi nelle classifiche, toccano alla fine l’iperbole di uno o due benefattori, e incassi che non arrivano ai 10 euro. Solo per situare i vari casi triestini, ecco il paragone di minima dopo aver visto l’exploit di Emergency: a parte un migliaio di enti scelti da nessuno, l’ultimo della lista è un’associazione napoletana scelta da un solo contribuente. “Regalerà” 2,91 euro.
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