Ricerca, Menia: persi per sempre i fondi delle bonifiche
L’ex sottosegretario alla Conferenza economica provinciale: la Regione ha frenato, accordo fatto saltare
TRIESTE.
Ricette per il futuro dichiarate in quantità, ma anche tanta conflittualità. Talvolta non solo istituzionale, ma personale. Il cammino che Trieste dovrà percorrere nei prossimi anni, per uscire dal tunnel in cui si è infilata anche a causa della propria natura, appare irto di ostacoli.
È stata vivace e foriera di notizie, non positive per la città, la tavola rotonda organizzata ieri dalla Provincia in occasione della Conferenza economica provinciale, cui hanno partecipato il deputato triestino Roberto Menia, il presidente della Regione Renzo Tondo, la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat e i sindaci di Trieste e Muggia, Roberto Dipiazza e Nerio Nesladek, moderatore il direttore del Piccolo Paolo Possamai.
Dapprima sono stati illustrati i dati dello studio commissionato alla Fondazione Nord Est dalla Provincia sull’economia della città, dati «che proiettano Trieste - così Possamai - sull'orlo del burrone, perché per molti anni qui si è vissuto grazie agli aiuti pubblici, destinati ora a ridursi in maniera molto netta, vista la situazione generale del Paese». Ha proseguito Menia, scandendo che «i soldi per le bonifiche non ci sono più, Tremonti li ha tagliati. Non firmando l'accordo alla fine del 2009 li abbiamo persi per sempre». Dalle brutte notizie alle polemiche.
«Qualsiasi possessore o proprietario che detiene un terreno - ha spiegato Menia - deve bonificarlo per poterlo utilizzare. Lo Stato può aiutare in determinati casi e un anno fa, dopo una incredibile serie di obiezioni, sembrava che l'intesa ci fosse. Comune di Trieste e Muggia, Provincia e Autorità portuale avevano firmato - ha ricordato - ma la Regione disse che non si può e oggi stiamo ancora aspettando. L'accordo - ha accusato l'ex sottosegretario - è stato fatto saltare apposta e per motivi precisi e così Trieste rimane la città del sì, però».
Questa la replica di Tondo: «Bisogna dimenticare le contrapposizioni che non hanno più senso. In regione siamo 1.200.000 abitanti e dobbiamo collaborare tutti, uscendo dalla sindrome di accerchiamento. Il progetto sul Porto Vecchio - ha poi affermato - è una grande opportunità».
«La città sta ancora pagando mezzo secolo di ritardi - è intervenuto Dipiazza - ma da ieri e per i prossimi anni Porto Vecchio darà lavoro e prospettive a tutti». Il sindaco ha ammesso che «per la corsa alla presidenza dell'Authority la Monassi è in pole position, ma ci sono anch'io come candidato e la gara non è chiusa, la Ferrari dell'ultimo mondiale insegna», ha chiosato Dipiazza con parole di elogio per Claudio Boniciolli («è stato il miglior presidente»).
Sul progetto per il Porto Vecchio ha concordato Nesladek: «Muggia ha capito da subito che lo sviluppo del porto di Trieste comporta sacrifici per la mia città. È un prezzo da pagare per avere sviluppo e futuro per i giovani». Anche il tema della Tav ha provocato polemiche. «Ci sono troppe curve nel tracciato - ha detto il direttore del Piccolo - forse qualcuno ha pensato a questa soluzione con il recondito scopo di far bocciare il progetto». «La vicenda si sta arenando non tanto sulle curve - così Tondo - quanto sul mancato collegamento con l'Ovest del Paese».
Nemmeno Bassa Poropat ha lesinato critiche, rispondendo a una frase di Menia: «Se fosse vero che i 30 milioni di euro per la piattaforma logistica arriveranno solo con il nuovo presidente dell'Authority, il fatto sarebbe gravissimo». Nesladek ha richiamato l'attenzione di tutti sulla necessità di «perfezionare la collaborazione con la Slovenia». Infine, Possamai ha indicato i ”mestieri” possibili per Trieste: l'organizzazione di congressi, Porto Vecchio, logistica. Il tutto condito con maggiore orgoglio.
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