Ricerca, i Paesi dell’Ince riuniti nella “Dichiarazione di Trieste”
TRIESTE Dalla cooperazione regionale nasce la sfida per un coordinamento della ricerca, della tecnologia, dell’innovazione e dell’istruzione superiore che sia in grado di promuovere la crescita economica, l’inclusione sociale e la creazione di nuove opportunità per i giovani nell’area Ince. Impegni sui quali ieri a Trieste è stata posta la firma dei ministri della Scienza e della Ricerca e dei delegati dei Paesi dell’Iniziativa centroeuropea che hanno così sottoscritto la “Dichiarazione di Trieste” coordinati dal ministro della Ricerca Lorenzo Fioramonti. Impegni che sottendono anche la promozione di uno sviluppo sostenibile, la cooperazione transfrontaliera e transnazionale a partire dalla prevenzione e mitigazione della catastrofi naturali, con l’obiettivo di creare un sistema di stima dell’impatto in tempo reale in caso di terremoti nell’Europa centrale, orientale e sud-orientale.
E non a caso l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste è stato il co-organizzatore (assieme all’Ince di cui l’Italia quest’anno detiene la presidenza di turno) dell’evento con il direttore delle relazioni internazionali Mounir Ghribi che ha relazionato in merito a iniziative di “Blue economy”, Capacity building e monitoraggio sismologico-idrogeologico che coinvolgono l’istituto in qualità di lead partner di progetti di cooperazione.
A sottolineare l’importanza di questo summit è il ministro dell’Educazione, Scienza e Sport della Slovenia, Jernej Pikalo. Quello che contraddistingue ed è la vera forza dell’Ince è il fatto «che la suo interno si confrontano Paesi dell’Unione europea, Paesi che ambiscono ad entrare nell’Ue e altri Paesi, per ora, fuori da questa sfera». Dunque una sorta di “palestra” politica, istituzionale e giuridica che permette «il confronto - precisa Pikalo - su problematiche comuni e ci permette di gettare le basi per la cooperazione scientifica, dei nostri istituti di ricerca e anche per lo sviluppo delle infrastrutture legate alle nuove tecnologie». Per quanto riguarda i rapporti bilaterali tra Slovenia e Italia il ministro Pikalo li definisce «ottimi» e ricorda come ogni anno ci sia un vero e proprio confronto, una sorta di “brain storming” tra ricercatori e scienziati italiani e sloveni. L’ultimo appuntamento si è svolto a Vipava. Pikalo ricorda la stretta collaborazione con la macchina di luce di sincrotrone di Basovizza e ci tiene a puntualizzare come «lo svolgimento di Esof 2020 a Trieste rappresenterà un momento che permetterà di approfondire ancora di più la collaborazione bilaterale sui temi scientifici tra i due Paesi».
Particolare attenzione è stata poi rivolta alla cosiddetta “diplomazia scientifica”, idea portata alla ribalta dall’Ince durante il summit di Trieste del luglio del 2017 e che sta sempre più prendendo forma operativa anche nelle cancellerie europee come chiave strategica per andare verso una crescita comune. Il Segretario generale Ince, Roberto Antonione, precisa a tale proposito, come un'efficace cooperazione scientifica a livello internazionale richieda un forte sostegno politico e diplomatico. «A questo proposito - spiega Antonione - abbiamo iniziato a studiare il tema della diplomazia scientifica, una dimensione emergente delle relazioni internazionali che sta generando un crescente interesse in tutta Europa». «Riteniamo - conclude - che l'istituzione di una rete Ince di esperti in materia possa essere particolarmente utile per ampliare questo dibattito e raccogliere al contempo input e conoscenze per promuovere ulteriori attività di networking relative alla diplomazia scientifica». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo