Ricatto a sfondo sessuale: donna ai domiciliari
GONARS L’incontro in camera da letto, le foto compromettenti fatte da lei col il cellulare all’insaputa di lui, il presunto ricatto per ottenere denaro e poi la chiamata che l’uomo ha fatto ai carabinieri, prontamente intervenuti. È successo tutto in pochi minuti, la scorsa settimana, nella zona di Gonars. E alla fine una trentatreenne è stata arrestata per l’ipotesi di reato di tentata estorsione. S
i tratta di Tyra Quee, originaria della Sierra Leone che ieri, di fronte al Gip del Tribunale di Udine Daniele Faleschini Barnaba, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Al termine dell’udienza il giudice ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari, così come richiesto dal pubblico ministero. La difesa, rappresentata dall’avvocato Sonia Cacitti, aveva invece chiesto l’immediata liberazione non ravvisando né la concretizzazione del reato contestato, né, tanto meno, esigenze di natura cautelare.. Ecco cosa era successo secondo la prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti. Mercoledì 27 febbraio i due – che si conoscevano da qualche tempo – si sono accordati per un incontro. Lui si è presentato all’appuntamento, è entrato, ma dopo poco, dopo le prime effusioni, ha capito che qualcosa non andava. Ha infatti sentito il “clic” che accompagna lo scatto di una fotografia e si è allarmato. Ha subito cominciato a rivestirsi e ha cercato di capire che cosa stesse succedendo. A quel punto – sempre seguendo la ricostruzione degli investigatori – sarebbe stato minacciato dalla donna la quale avrebbe preteso la somma di quattromila euro in cambio della non divulgazione delle foto. Lui a quel punto non ha esitato a prendere il telefono e a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine attraverso il Numero unico d’emergenza 112.
«Devo leggere le carte – ha spiegato ieri l’avvocato Sonia Cacitti dopo la convalida –, mi riservo ogni valutazione. L’udienza di oggi è stato piuttosto veloce e, in quella sede, la mia assistita si è avvalsa della facoltà di non rispondere. A breve la incontrerò, voglio ascoltare con calma il suo punto di vista. In ogni caso – ha concluso – devo dire che il reato, così come prospettato, secondo me, non sussiste. Per questo avevo chiesto la liberazione, anche perché non ci sono esigenze cautelari. In ogni caso, farò le mie indagini per approfondire tutti gli aspetti della questione». La difesa valuterà anche un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame.—
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