Ricambi d’auto e truffe sul web Usata Gorizia quale sede fittizia

Ingegnoso meccanismo studiato da una banda di Napoli specializzata in raggiri La città evidentemente rassicurava l’acquirente. Donna campana denunciata



L’avevano architettata con una certa maestria. Protagonista una banda di truffatori di Napoli che vendevano motori ricondizionati per automobili. Per essere al di sopra di ogni sospetto avevano creato una società fittizia (cioé inesistente) con sede a Gorizia. Non solo. Erano stati così lesti che, grazie alle possibilità fornite da Internet, avevano “creato” un numero di telefono con il prefisso di queste parti che, in realtà, si serviva di un’utenza di telefonia mobile.

Solo che il raggiro è stato smascherato e, ad oggi, è stata denunciata una sessantenne campana che, però, viene considerata dagli inquirenti solamente l’ultimo anello di un vero e proprio sodalizio dedito ai raggiri utilizzando i canali del web. In cui è rimbalzato, suo malgrado, il nome di Gorizia, tirato in ballo per rendere più “veritiera” una proposta di vendita che era soltanto una truffa.

I dettagli. Tutto è partito, dicevamo, dalla vendita sul web di un motore da mille euro che ha permesso di scoprire, dopo dieci mesi di indagini, una vera a propria organizzazione dedita alle truffe online con base a Napoli. Fondamentale la segnalazione di una donna di Chieti. Si è arrivati così ad accertare l’esistenza di una fitta rete di truffatori che si dividevano le somme indebitamente ricevute attraverso ricariche PostePay e prelievi dai bancomat in Campania. A darne notizia la stampa locale del capoluogo dell’omonima provincia in Abruzzo.

Le richieste d’acquisto venivano “girate” a una fantomatica, ed inesistente, società con sede nella nostra città. In realtà tutto partiva e veniva gestito a Napoli. La Polizia ha, così, individuato una 60 enne campana: è risultata essere lei la reale titolare del conto corrente sul quale la donna di Chieti aveva versato i mille euro pattuiti che servivano all’acquisto del motore rigenerato per la propria auto.

Gli inquirenti di Chieti parlano di «un ingegnoso e complesso meccanismo» messo in atto dai truffatori napoletani, evidentemente specializzati nel campo delle truffe online.

Il modus operandi? In sostanza, la banda aveva costruito in rete (modificandone, di volta in volta, denominazione e numeri telefonici da contattare) un sito web specializzato nella vendita di ricambi d’auto. Il server, per la verità, era localizzato in una non meglio definita località del Nord Europa: questo per confondere (e scansare) i controlli.

Come detto, l’utenza fissa era assolutamente realistica. Generata attraverso un servizio internet che consente di creare una numerazione fissa con il prefisso geografico desiderato, riproduceva il classico 0481 di Gorizia: in realtà, le chiamate venivano deviate su un’utenza mobile fittizia.

Perché gli investigatori sono convinti che si tratti di una banda? Perché, analizzando i tabulati telefonici, hanno potuto accertare come, in poco meno di una ventina di giorni, l’organizzazione era stata contattata da oltre 500 utenti e che le celle telefoniche impegnate erano quelle della città di Napoli e provincia. Non certo di Gorizia. —



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