Ricadute sul turismo dentale: causa Covid meno pazienti dall’Italia nelle cliniche croate

Gli effetti dell’obbligatorietà del test per chi rientra da oltre confine e dei timori per la salute: raffica di appuntamenti annullati o rinviati 

TRIESTE Provvisori che ormai traballano, cure canalari interrotte a metà, impianti dentali da terminare. L’obbligo introdotto dall’ordinanza del ministro della Salute di sottoporsi a tampone per chi rientra nel nostro Paese dalla Croazia, sta avendo inevitabili conseguenze sul turismo dentale che ogni anno vede decine di migliaia di italiani, di corregionali soprattutto, spingersi oltre confine attratti da promesse allettanti del ritorno al sorriso perfetto in poche sedute a costi estremamente ridotti.

Molti pazienti italiani in cura nelle tantissime cliniche croate hanno rimandato gli appuntamenti, in attesa che la situazione migliori. Altri, con lavori lasciati a metà, hanno chiesto aiuto a studi dentistici locali. Con qualche resistenza, però, da parte delle cliniche croate a inviare al paziente la documentazione richiesta dal medico dentista italiano per proseguire l’intervento. Prendersi la responsabilità di mettere mano ad un lavoro complesso, magari a uno stadio avanzato, eseguito da un altro professionista può comportare dei rischi. Per questo motivo alcuni dentisti anche triestini chiedono di avere copia dei documenti. C’è anche chi ha deciso di non rinunciare e di proseguire le cure, raggiungendo comunque le cliniche croate. «Alcuni hanno rimandato, altri invece sono arrivati all’appuntamento senza problemi, anche perché – testimoniano senza farsi troppi scrupoli dalla clinica Orto Nova di Fiume – hanno verificato che al confine non ci sono controlli, e quindi si riesce tranquillamente a tornare a casa senza problemi».

Il calo dei clienti italiani viene confermato anche dalla clinica Cukon Dental di Pola. «Abbiamo molti clienti da tutta Italia – premettono – ma da quando è stato introdotto l’obbligo del test, oltre che da Trieste anche dalla Lombardia e dalla Toscana hanno rimandato l’appuntamento». Dalla Cukon Dental registrano che «a spostare gli appuntamenti sono soprattutto coloro che dovevano appena iniziare gli interventi: attendono la situazione si normalizzi».

I pullman che giornalmente da tutta Italia partono alla volta della Croazia e pagati dalle stesse cliniche per agevolare l’arrivo dei pazienti, sono stati in alcuni casi sospesi. Va anche considerato che, oltre all’obbligo del test, alcuni pazienti più anziani o fragili, non conoscendo le misure adottate in Croazia per fronteggiare il contagio da coronavirus, temono per la loro sicurezza. Agli studi dentistici locali sono arrivate diverse richieste di preventivo da chi, in tempi lontani dalla pandemia, avrebbe scelto di rivolgersi a realtà croate. Per dare una risposta alle preoccupazioni di molti pazienti e per agevolare il loro rientro in Italia dopo le cure, diversi dentisti croati offrono il test gratuitamente soprattutto a chi si deve trattenere più di una giornata.

«Siamo contenti dell’ordinanza adottata dall’Italia – indicano dalla clinica DentiCroazia di Zagabria – perché crediamo che in questo momento serva essere cauti e responsabili. Noi facciamo i test a tutti i pazienti sia all’ingresso nella clinica che prima del rientro in Italia». Anche Asugi ha pubblicato sul suo sito i riferimenti dei laboratori in Croazia che effettuano il tampone nasofaringeo Sars-Cov-2 privatamente presso gli istituti di sanità pubblici. Le linee guida introdotte in Croazia per gli studi dentistici non si discostano molto da quelle italiane. Maschere e guanti protettivi obbligatori in tutti gli spazi chiusi, disinfezione delle mani, misurazione della temperatura, distanziamento nelle sale d’attesa, sterilizzazione di tutte le superfici comuni e di lavoro, utilizzo dei plexiglass, camici usa e getta e visiere per tutti i medici, ventilazione e disinfezione degli spazi chiusi. —


 

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