«Riaprite il punto nascita»: Gorizia torna alla carica

Corsia preferenziale oggi in consiglio per la mozione dell’assessore Del Sordi. «Dopo la chiusura mamme e nasciture esposti a rischi non accettabili»
Una delle tante manifestazioni svoltesi nel passato per tutelare il Punto nascita di Gorizia
Una delle tante manifestazioni svoltesi nel passato per tutelare il Punto nascita di Gorizia

GORIZIA. Riaprire il Punto nascita di Gorizia. Lo chiede senza troppi giri di parole la mozione che sarà discussa in Consiglio comunale. E l’orientamento, visto che a presentarla non è l’opposizione bensì l’assessore comunale (e anima del Comitato “Voglio nascere a Gorizia”) Francesco Del Sordi, è l’approvazione. «Anzi, potrebbe essere che la faccio mia senza nemmeno farla passare ai voti», rivela il sindaco Ettore Romoli che non ha mai nascosto la sua rabbia per la decisione della Regione di chiudere il reparto materno-infantile.

La mozione è intitolata molto chiaramente “Riapertura dei reparti di ostetricia, pediatria e ginecologia. Punto nascita compreso”. In sostanza, invita sindaco e giunta a chiedere «formalmente» alla giunta regionale di fare un passo indietro e «garantire servizi necessari a fasce di popolazione deboli per antonomasia».

Romoli: «Bisogna riaprire il punto nascita»
Bumbaca Gorizia 06.05.2015 Comune, conferenza sanità Fotografia di Pierluigi Bumbaca

La scelta di chiudere il Punto nascita viene definita nella mozione «unilaterale, immotivata e ingiustificata». «Sono stati paventati - accusa Del Sordi - rischi per la salute di madri e nascituri assolutamente irreali e non supportati da dati oggettivi. La chiusura ha esposto i cittadini goriziani in età pediatrica a rischi non accettabili. Ancor più irragionevole e priva di qualsivoglia motivazione tecnico/scientifica - rincara l’assessore - è la contemporanea chiusura dei reparti di pediatria e ginecologia».

«Tale popolazione, censita al 31/12/2014 in 4.092 bambini (solo a Gorizia), è oggettivamente numerosa e sguarnire un presidio sanitario di riferimento per molti altri Comuni rappresenta un vero e proprio rischio per la salute. A questa cifra si deve sommare tutta la popolazione pediatrica che gravita sulla città durante il periodo scolastico per la presenza di bambini e ragazzi provenienti da fuori Gorizia e frequentanti scuole materne, elementari, medie e superiori. A ciò si aggiunge anche la popolazione pediatrica di altri Comuni che utilizza numerosi impianti sportivi in tutti i mesi dell’anno (piscine, campi da tennis, calcio, atletica, etc) assenti negli altri Comuni».

«Infermieri costretti a fare i tappabuchi negli ospedali»
L' interno dell'ospedale Lotti di Pontedera fotografato questa mattina 19 dicembre 2011. Giornata di possibili disagi negli ospedali per l'adesione allo scipero del pubblico impiego di medici e infermieri: a rischio visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici non urgenti, mentre saranno garantite le attività di Pronto soccorso, 118 e gli interventi urgenti. ANSA/STRINGER

Nella mozione si evidenzia anche la disparità di trattamento rispetto ad altri Punti nascita presenti in regione. «Nonostante altri reparti non abbiano raggiunto nel 2014 i requisiti numerici citati per la chiusura del reparto goriziano, l’ospedale di Gorizia è l’unico - tuona Del Sordi - ad aver subito tale chiusura evidenziando una palese discriminazione anche dal punto di vista dell’erogazione dei servizi sanitari».

Ma sarà un appuntamento importante anche perché verrà discussa e messa ai voti la mozione Cingolani sul Piano attuativo locale (Pal). È già stato annunciato un emendamento da parte di Fabrizio Oreti (Per Gorizia). «Trovo la mozione corretta e pertinente: sarà mio intento però richiedere di inserire un emendamento relativo alla necessità di maggiori servizi erogati da parte dei pediatri a favore dei bambini disabili della città. Dopo aver parlato con alcuni genitori dell’associazione gie.co (genitori consapevoli per bambini disabili), che rappresenta circa 25 bambini disabili, sono venuto a conoscenza che per quanto riguarda i pediatri della città ci vorrebbe più sensibilità visto che relativamente alle visite presso i rispettivi studi medici, per la maggior parte, sono situati in stabili poco comodi per l’accesso sia per bambini disabili ma anche tutti gli altri pazienti che devono di volta in volta “combattere” con carrozzine e passeggini tra tante rampe di scale e/o ascensori troppo piccoli per contenerli. In quest’ottica sarebbe utile e molto più accessibile riunire i pediatri del capoluogo isontino in strutture al pianoterra».

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