Riapre la trattativa per le guardie mediche di Trieste
TRIESTE Sereno all’orizzonte per le guardie mediche di Trieste che domenica avevano ridotto il servizio in segno di protesta contro il decurtamento della loro paga. I segnali positivi per la vicenda sono arrivati ieri dall’AsuiTs tramite un comunicato stampa emesso per annunciare «la riapertura della trattativa che permetterà di raggiungere a breve una perfetta intesa».
«Questa mattina (martedì 27 marzo, ndr) - riprende la nota - è stato convocato d’urgenza il Comitato aziendale della Medicina generale con la direzione di AsuiTs. Si conferma che l’attività del Servizio di continuità assistenziale continuerà regolarmente». Al tavolo erano presenti tutte le sigle sindacali coinvolte, eccezion fatta per Ronald Tramarin dello Snami, «assente giustificato per motivi di lavoro». Erano dunque presenti Dino Trento della Fimmg, Domenico Montalbano dello Sni e Franco Vecchiet della Cigil. «Questa mattina siamo stati convocati d’urgenza - conferma Trento - per riaprire il tavolo delle trattative sulla base delle giuste rimostranze osservate dai medici di continuità assistenziale. Abbiamo discusso di come rimodulare l’accordo locale che li ha penalizzati».
Il medico sindacalista fa sapere che la trattativa andrà avanti «in maniera serrata» per ridefinire gli aspetti contestati dalle guardie mediche. Il problema è sorto quando le guardie mediche si sono viste decurtate dal loro stipendio l’indennità di tre euro l’ora che prima percepivano per le prestazioni non contemplate dal contratto nazionale. Era stato deciso che l’indennità venisse loro resa non più mensilmente ma in due tranche l’anno sulla base di obiettivi da raggiungere. Motivo della contestazione gli obiettivi decisi dall’accordo locale fra Regione, AsuiTs e sindacati, considerati «irraggiungibili e penalizzanti per i cittadini».
Da qui lo “sciopero” che pare aver sortito i primi effetti. «Venerdì 6 aprile ci incontreremo con tutte le guardie mediche di Trieste - riprende Trento - per presentare loro le nuove proposte e ascoltare il loro parere». Il punto dolente lamentato dai medici stava infatti nel non essere stati interpellati prima.
«La speranza - chiosa Trento - è che ora le guardie mediche riprendano il regolare servizio, come si usa fare quando le trattative sono aperte».
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