Riapre la “Sacra Osteria” Ma solo per i profughi

Oggi il trasferimento da via Locchi in Campo Marzio nell’ex locale rimesso in ordine a tempo di record, accoglierà 37 persone. Cosolini: «La scelta migliore»
Foto Bruni 21.01.2015 Ex Ristorante Antica Osteria
Foto Bruni 21.01.2015 Ex Ristorante Antica Osteria

Dallo Sporting Club di via Locchi alla Sacra Osteria di Campo Marzio. Dall’ex palestra pesi a uno dei locali storici di Trieste (chiuso d’ufficio 10 mesi fa). Il trasferimento del gruppo di profughi richiedenti asilo, attualmente 37, avverrà oggi in giornata. La scelta del Comune della nuova sede di accoglienza per le emergenze è stata presa ieri mattina dopo un summit in Prefettura, ma alcuni problemi tecnici (legati all’allacciamento di acqua, gas ed energia elettrica) ha fatto slittare di un giorno il trasloco. La scelta della Sacra Osteria, ovviamente, si presta a facili ironie, ma «si tratta - assicura il sindaco Roberto Cosolini - di un luogo adatto e della scelta migliore per affrontare questa emergenza». Il locale, di proprietà comunale, è sfitto da un anno dopo lo sfratto per morosità avviato dall’amministrazione comunale nei confronti degli ultimi gestori (55mila euro di affitti arretrati). L’ultima recensione su Tripadvisor, risale al 3 marzo 2014, parlava di un locale da “evitare” («Grigliata di carne immangiabile in quanto troppo cotto, tempi di attesa troppo lunghi. Soldi buttati, mai più»). Oggi, invece, riapre per i richiedenti asilo. Sulla porta c’è ancora la scritta “ristorante chiuso per lavori” e gli avvisi AcegaApsAmga di “interruzione del servizio”. «Abbiamo attrezzato con brande e materassi l’ex Sacra Osteria come spazio di accoglienza con brande e materassi per i rifugiati politici. Leggo qualche polemica anche su questo. Francamente potremmo cavarcela con un hasthag #bastademagogia. Si sa che abbiamo un obbligo di accoglienza per legge. Per questo si cerca di creare delle situazioni dignitose per le persone e contemporaneamente di evitare i maggiori disagi ai cittadini. In questo caso usiamo un immobile sfitto, lontano dal centro e da scuole. Non ricominciamo con le polemiche. Se qualcuno parla di clandestini o è ignorante o è in malafede. Si tratta di persone richiedenti asilo. E le leggi del nostro Stato parlano chiaro. È ovvio, come ho già detto, che Trieste non può essere lasciata sola in quest’emergenza (oltre certi numeri ovviamente non possiamo reggere)». Il riferimento è al segretario della Lega Nord, Pierpaolo Roberti, che studia da sindaco entrante ma fa ancora confusione tra “clandestini” e richiedenti asilo. Sempre immigrati sono. «Mi pare che il sindaco uscente, nonostante gli allarmi che più volte abbiamo lanciato - scrive in una nota - sia l’unico a non accorgersi che i triestini non ce la fanno più a reggere il continuo afflusso di immigrati.. Estendere peraltro i centri destinati ai clandestini a un numero crescente di aree della città sarebbe un grave errore sia per le ricadute che potrebbero verificarsi in fatto di sicurezza che per le note tematiche relative alla salute pubblica, senza considerare le ripercussioni sul mercato immobiliare». “Profughi in osteria” è invece l’hasthag dell’immancabile consigliere circoscrizonale Roberto Dubbs («Questa amministrazione è totalmente incapace di gestire l’emergenza profughi. Invece di risolvere ed affrontare il problema lo spostano. Ricreatori, palestre, hotel con vista mare a Barcola e adesso pure un ex osteria»). Impietoso anche il neoconsigliere comunale di Forza Italia Lorenzo Giorgi. «Un locale apprezzato dai triestini, tra i più grandi in città (700mq con ampio giardino) che andrebbe valorizzato con una sua riapertura e non con la sua trasformazione in dormitorio. Quando si dice la combinazione. La scorsa settimana sono stato personalmente contattato, ed incontrato, degli imprenditori locali intenzionati ad avere informazioni in merito, in quanto intenzionati a rilanciare proprio quel locale». I casi della vita. L’assessore comunale alle Politiche sociali, Laura Famulari, reduce da diversi vertici in prefettura, preferisce invece rassicurare sui numeri. «Da due giorni non è arrivato più nessuno e circa 80 trasferimenti sono in corso - aggiunge -. Inoltre dal primo febbraio avremmo a disposizione un centinaio di posti in più: una quarantina saranno messi a disposizione dalla Caritas e gli altri da un privato». Un modo per dire che il ristorante di Campo Marzio resta una soluzione di fortuna da utilizzare in casi estremi. Pur sacra è pur sempre un’osteria...

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