Riaperto l’aeroporto, ma ecco un’altra grana
È durata pochi minuti la gioia per la riapertura dell'aeroporto Duca d'Aosta. A gelare le realtà che nell'area di via Trieste svolgono la loro attività è stata Roberta Carli. La direttrice per il Nordest di Enac ha prima tolto il lucchetto tra gli applausi, poi ha comunicato ai presenti che a giorni l'Ente nazionale per l'aviazione civile annullerà in autotutela le concessioni per l'hangar e per le altre strutture presenti sul sedime aeroportuale. L'unica eccezione riguarda la Pipistrel, che ha già ottenuto la sua autorizzazione. Nonostante il sole che da dietro il San Michele faceva capolino, l'atmosfera di festa è cambiato all'improvviso e dall'euforia si è passati direttamente allo sconforto. A poco sono servite le rassicurazioni della stessa Carli.
La rappresentante dell'Enac ha spiegato che le concessioni verranno rimodulate e che fino alle nuove assegnazioni nessuno verrà sfrattato. Tutti rimarranno al loro posto, dunque. «Non è una cosa che riguarda Gorizia; riguarda tutta Italia, vale per tutti – si è affrettata a dire la direttrice-. L'Agenzia del Demanio vuole che le concessioni siano date per gara e non all'infinito a chi già ce le ha». Nel ricordare che l'associazione transfrontaliera Duca d'Aosta ha investito decine di migliaia di euro nella sistemazione dell'hangar Geiwitz, il presidente Fulvio Chianese ha espresso le sue perplessità. «Si terrà conto degli investimenti», è stata la replica di Carli. La rappresentante dell'Enac ha anche notato come sia probabile che nessuno parteciperà al bando e che se anche dovesse succedere e a vincere dovesse essere un nuovo soggetto, il subentrante «dovrebbe dare le quote di ammortamento a chi ha effettuato gli investimenti». A preoccupare l'associazione di volo però, più dell'ipotesi di perdere la concessione, a questo punto spaventa l'eventualità di vincere il bando. «Non saremo in grado di pagare la quota per l'hangar», ha detto chiaro e tondo il presidente Chianese. Nel caos più totale, a fare due calcoli rapidi e spiegare la situazione è stato il responsabile operativo della Duca d'Aosta Bartolomeo Conti: «In cambio dei lavori di sistemazione della struttura, Enac ci aveva dato la concessione triennale a un euro al mese e per i successivi sette anni avremmo avuto un canone concordato. I nostri calcoli adesso potrebbero non tornare più perché cambiano le regole. Potremmo non essere in grado di sostenere le spese previste dal bando. Le nostre entrate vengono dall'hangaraggio. Possiamo ospitare al massimo 15 velivoli e se vogliamo essere concorrenziali non possiamo chiedere oltre a mille euro all'anno per ciascuno. Significa 15mila euro a cui si devono togliere le spese. A partire da quelle per l'assicurazione. Se dovessero chiederci 30mila euro all'anno non ci staremmo dentro». In attesa di chiarimenti, intanto, da oggi in via Trieste gli aerei possono ricominciare a volare. Il lucchetto che teneva chiuso il portone è stato aperto alle 15.34 dalla direttrice Carli e, come detto, il gesto ha strappato l'applauso di gioia delle realtà presenti nell'area. Prima del ferale annuncio, per la verità, era arrivata anche una buona notizia. Ieri mattina il cda dell'Enac ha approvato il regolamento per le concessioni di gestione degli aeroporti ed entro la fine dell'anno usciranno i relativi bandi. In altre parole significa che la società conosrtile formata dai Comuni di Gorizia e di Svaogna e dalla Camera di Commercio potrà aspirare ad ottenere la gestione degli spazi esterni alla pista, quelli ancora interdetti al pubblico e transennati. Per il momento può essere utilizzata soltanto l'area di volo e l'operatività è ancora a due terzi. Sono cioè utilizzabili solamente due delle tre piste. «Quando qualcuno si aggiudicherà la gara europea, si potranno separare in maniera più nettà le due area e allora si potrà fare anche attività sportiva», le parole di Carli.
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