«Restituiamo questi spazi alla città» Ex caserma di via Rossetti occupata

Blitz del gruppo Zlt, composto da persone vicine ai centri sociali: «Nasce la Zona Liberata di Trieste» Oggi alle 15 indetta un’assemblea aperta a tutti per illustrare motivazioni e iniziative
Lasorte Trieste 09/11/13 - Via Rossetti, Caserma Occupata, ZLT, Zona Liberata Trieste
Lasorte Trieste 09/11/13 - Via Rossetti, Caserma Occupata, ZLT, Zona Liberata Trieste

Un blitz nella mattinata di ieri. E l’ex caserma Vittorio Emanuele III di via Rossetti, da anni ormai una sorta di comprensorio fantasma in attesa di conoscere la propria futura destinazione d’uso, è stata occupata. «Per sbloccarla e restituirla alla città», spiegano i promotori dell’azione, un gruppo di una cinquantina di effettivi fra persone vicine ai centri sociali, alla Casa delle Culture e aderenti al Coordinamento studenti medi Trieste.

«Con l’occupazione dell’ex caserma di via Rossetti nasce Zlt, la Zona Liberata di Trieste: 12 ettari nel centro della città, con enormi spazi e caseggiati, già altrimenti destinati alla vendita a scopo di speculazione immobiliare. La solita banale e noiosa routine da parte di quell’1% che continua ad arricchirsi di rendita e speculazione in una città già satura e stretta tra il Carso e il mare», scrivono i protagonisti dell’iniziativa. Che chiedono così la restituzione alla città di spazi enormi ad oggi inutilizzati, in modo da metterli a disposizione della gente, della comunità, delle idee e delle attività dei cittadini, anche di quanti hanno dovuto chiudere le proprie sedi ed esperienze lavorative perché impossibilitati dalla crisi a far fronte a pagamenti, scadenze, debiti. Il collettivo Zlt punta a realizzare un «hub di libertà ed entusiasmo», «con una imprescindibile vocazione antirazzista e antifascista», e vuole quindi «spazi, non soldi. E non chiedeteci denaro» perché «c’è più ricchezza nel liberare energie che - scrivono in un comunicato postato anche in rete - nell’intrappolarle con richieste impossibili».

Oggi nel pomeriggio, alle 15, il gruppo Zlt illustrerà nel corso di un’assemblea pubblica aperta a tutti (che si terrà nel salone della palazzina subito a destra rispetto all’ingresso principale nel comprensorio) le motivazioni che hanno dato origine all’azione, articolata in parallelo con quanto messo in atto a Treviso dal collettivo Ztl, andato a occupare l’ex caserma Salsa. Nell’incontro odierno saranno definite poi non solo la durata del presidio in via Rossetti - che pare non si protrarrà comunque per più di due-tre giorni - ma anche le nuove iniziative volte a dare una scossa a una città «bloccata e impantanata - evidenziano - nella viscosità di una crisi permanente creata da quegli stessi meccanismi che vorrebbero essere imposti come soluzione».

Dopo essere riusciti a entrare attraverso un varco nell’area, inserita nel piano vendita del Demanio, i componenti del collettivo Zlt hanno aperto - è bastato spingerlo - il cancello che dà su via Rossetti. Per rendere così l’ex caserma accessibile dall’esterno a tutti. Un grande striscione è stato appeso all’ingresso: «Zona Liberata di Trieste!». E dentro, una scritta disegnata su un pannello: «Uno spazio abbandonato funziona meglio se occupato». Il collettivo ha quindi deciso di concentrare le attività - oltre all’odierna assemblea, anche la festa di ieri sera - nell’edificio che dà frontalmente su via Rossetti, nell’ampissimo spazio del salone al primo piano, inutilizzato come il resto del comprensorio. Nelle palazzine, evidenti i segni del tempo trascorso in questi ultimi anni senza una gestione, specie i graffi della bora accanitasi soprattutto sulle finestre. In alcuni immobili, anche le tracce lasciate da quanti, presumibilmente nei periodi più freddi, li hanno raggiunti probabilmente per trovare un riparo. Ieri Digos e carabinieri hanno effettuato un sopralluogo sul posto, parlando con i referenti del gruppo. La situazione viene quindi tenuta sotto osservazione.

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