Restano in cella i sei ex direttori di Scoglio Olivi e Tre Maggio
FIUME. Nessuno sconto per i sei ex direttori generali di Scoglio Olivi e Tre Maggio, sospettati di malversazione e truffa ai danni dei due cantieri navali per 1,2 miliardi di kune, pari a 162 milioni di euro. Gianni Rossanda e colleghi, da un mese colpiti da custodia cautelare, resteranno in carcere per altri due mesi, fino al 26 giugno. Lo ha disposto ieri la giudice inquirente del Tribunale regionale di Fiume, Ksenija Zorc, secondo cui sussiste il pericolo di inquinamento di prove. Niente libertà dunque per l'ex direttore generale del gruppo polesano Scoglio Olivi, Rossanda appunto, per due ex componenti della direzione del consorzio, Marinko Brgić e Veljko Grbac, e per gli ex direttori di Tre Maggio, cantiere navale Scoglio Olivi e Uljanik plovidba, rispettivamente Maksimilijan Percan, Silvan Kranjć e Dragutin Pavletić.
L'altro ieri la giudice Zorc non aveva accolto il ricorso dei sei avvocati difensori contro la carcerazione preventiva, disponendo che i sospetti andavano trattenuti nel carcere giudiziario fiumano e fissando per il giorno successivo la decisione sull'eventuale prolungamento di 60 giorni delle misure cautelari. L'udienza di ieri è iniziata a mezzogiorno in un Palazzo di Giustizia dove la tensione era altissima. La mezza dozzina di avvocati si era già scagliata il giorno precedente contro Zorc e il Tribunale, additando il magistrato di aver deciso di bocciare l'appello ancora prima dell’udienza. «È uno scandalo, una cosa mai accaduta prima», avevano tuonato compatti i sei avvocati, in prima fila Anto Nobilo e Marija Budimir. Ieri hanno avanzato richiesta di ricusazione sia nei riguardi della giudice Zorc, sia in quelli del Tribunale conteale. Infuriati della piega che prendeva l'udienza, gli avvocati a un certo punto hanno abbandonato l'aula in segno di protesta. Infine, la decisione di Zorc sui due ulteriori mesi di custodia cautelare.
E sempre ieri il presidente del Comitato sindacale per la salvezza del Tre Maggio, Juraj Šoljić, ha inviato l’ennesima lettera aperta al governo croato, rilevando che l'agonia dello stabilimento di Cantrida dura da troppo tempo, con i circa 900 operai allo stremo e il futuro che appare un buco nero. «Abbiamo urgente bisogno di un'iniezione finanziaria dallo Stato croato – così nella missiva – per portare a termine la nave ordinata da un'armatrice canadese. Se riuscissimo a realizzarla, il Tre Maggio verserebbe al bilancio statale qualcosa come 20 milioni di dollari». Il primo maggio a Pola e Fiume arriveranno esponenti del più grande cantiere navale cinese, China Shipbuilding Corporation. ma i sindacati nei due cantieri propendono a credere che il tentativo cinese di privatizzare Scoglio Olivi e Tre Maggio andrà a vuoto, come le precedenti operazioni. —
A.M.
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