Resiste l’accoglienza diffusa ma con misure depotenziate

Il Centro accoglienza stranieri di Turriaco e quello di Romans d’Isonzo rimangono in attività e lo faranno perlomeno fino al 31 ottobre di quest’anno. Il servizio di gestione, avviato dopo una gara a evidenza pubblica effettuata dalla Prefettura, potrà essere rinnovato però per un periodo non superiore a ulteriori 12 mesi. L’affidamento alla Rti fra Murice società cooperativa sociale (mandataria) e Duemilauno Agenzia sociale (mandante) riguarda quello che viene definito “centro collettivo di accoglienza di Romans d’Isonzo e di Turriaco”, dotato di 28 posti complessivi, di cui 16 sempre a Romans e 12 a Turriaco. «Non è esattamente quanto avevamo chiesto come amministrazioni di Turriaco e Romans a dicembre 2018 e formalizzato con la richiesta inviata al ministero dell’Interno il 31 marzo del 2019 – affermano i sindaci Enrico Bullian e Davide Furlan –. Vale a dire la trasformazione dei due Cas in un centro ex Sprar, ora Siproimi, mediante presentazione di un apposito progetto al ministero. La proposta non ha trovato accoglimento, non ricevendo nemmeno una risposta formale dal ministero, e quindi si è deciso di continuare con il Cas».
Le cooperative, che i due sindaci ringraziano per il servizio svolto, hanno accettato dal canto loro un’ulteriore rimodulazione al ribasso di prezzi (e servizi) attualmente in vigore (passando in sostanza a 22 euro pro capite al giorno rispetto ai 37 di due anni fa). «In ogni caso – proseguono Bullian e Furlan –, è stato un risultato importante con scelte maturate quando la Lega era al governo, con Salvini agli Interni. Si confermano alcune scelte politiche di fondo e si mantiene viva un’esperienza significativa di accoglienza diffusa e una speranza di contribuire, nel nostro piccolo, a costruire un mondo più umano». Quelli di Turriaco e Romans sono gli ultimi due Cas operativi nel territorio dell’ex provincia di Gorizia, ma per i due sindaci «se c’è la volontà politica, ci sono ancora residuali spazi di manovra per attuare l’accoglienza di richiedenti asilo politico, nonostante la presenza di un nuovo contesto normativo nazionale e regionale peggiorativo e ostile, solo attenuato ma non ancora ribaltato con il “nuovo” Governo». I Cas continuano a funzionare, ma saranno ridimensionati i progetti di integrazione, visto il taglio parziale dei fondi nazionali e totale di quelli regionali, che erano serviti per potenziare i corsi di italiano, sulla sicurezza sul lavoro, sui lavori di manutenzione e realizzazione degli orti sociali. In altre parole, l’accoglienza diffusa a Turriaco e a Romans per ora resiste, anche se gli aspetti più avanzati delle due esperienze vengono depotenziati dal combinato disposto delle politiche regionali e governative, che i due sindaci auspicano possano essere riviste. «Dei ragazzi ospitati a Romans, ben 7 hanno trovato lavoro presso aziende locali e uno si è iscritto all’università ed è ora ospitato in casa dello studente – tiene a far presente Furlan –. Non sono risultati che si raggiungono per caso e ci dicono che dove i percorsi di accoglienza vengono intrapresi con convinzione e con la collaborazione di tutti, istituzioni, soggetti gestori, associazionismo, cittadinanza, l’integrazione è possibile». Anche a Turriaco, come afferma il sindaco Bullian, ci sono «alcuni casi di ragazzi che poi hanno trovato occupazione, uno addirittura in una storica attività di ristorazione del paese». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo