Caso Resinovich, ecco perché il marito di Liliana va a processo per diffamazione

Il marito di Liliana rinviato a giudizio dopo la querela sporta dai vicini di casa per dichiarazioni rilasciate in televisione

Gianpaolo Sarti
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich. Foto Bruni
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich. Foto Bruni

La misteriosa morte della sessantatreenne Liliana Resinovich, trovata il 5 gennaio 2022 nel bosco dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste avvolta nei sacchi neri, non ha ancora una verità, ma intanto fioccano le battaglie giudiziarie sulle dichiarazioni in tv e nei canali social.

Il marito di Lilly, Sebastiano Visintin, andrà infatti a processo per diffamazione.

Il motivo? Alcune affermazioni proferite nei confronti dei vicini di casa, i coniugi Salvatore Nasti e Gabriella Micheli, durante i dibattiti televisivi cui aveva partecipato.

Visintin, difeso dagli avvocati Paolo Bevilacqua e Alice Bevilacqua, mercoledì è stato rinviato a giudizio dal giudice Alessio Tassan al termine dell’udienza predibattimentale celebrata in tribunale a Trieste.

In una trasmissione, andata in onda il 14 luglio 2023 su Rete 4 durante il programma “Quarto Grado”, Visintin aveva fatto riferimento ai vicini sostenendo che «forse vogliono nascondere qualcosa… forse hanno… certo che nascondono qualcosa».

Pochi giorni dopo, il 19 luglio, su Rai 1 (Estate in diretta), in risposta alla domanda di una giornalista, che incalzava il marito di Liliana domandandogli quale sospetto avesse, l’uomo si era espresso così: «Comunque qualcosa tra Sterpin, Salvo e Gabriella qualcosa… loro, evidentemente, sanno qualcosa. Ho visto Gabriella … con gli occhi rossi che stava piangendo e poi hanno comincia… tutto è cominciato così… poi …ee… tante altre cose».

Infine, sempre a Quarto Grado, il 29 settembre 2023: «Vengono a casa mia (i vicini, ndr) con uno stratagemma», «hanno portato qualcosa a casa mia? Hanno portato via qualcosa a casa mia? Le chiavi che non ci sono? Tante cose cioè».

Secondo quanto riportato negli atti giudiziari, i due coniugi (assistiti dall’avvocato Francesco Mazza) sarebbero dunque stati accusati da Visintin di essere in qualche modo coinvolti nella sparizione e nella morte di Liliana, di aver rubato a casa sua e di aver lasciato dei beni.

Mercoledì, in un procedimento separato, è stata condannata per diffamazione una youtuber che, in un’intervista sulla piattaforma, aveva parlato di Micheli come «l’amante di Visintin e che avrebbe depistato le indagini per il risentimento nei suoi confronti».

La youtuber è stata condannata dal giudice Tassan a una multa di mille euro, a un risarcimento di seimila euro nei confronti di Micheli e di mille a favore di Nasti, nonché al pagamento delle spese processuali. —

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