Residenti in crescita, il trend si inverte
In assenza di nuovi arrivi dal 2000 a oggi Trieste avrebbe perso 15mila residenti
Ora è ufficiale. Trieste si è finalmente lasciata alle spalle il continuo e, fino a poco tempo fa, apparentemente inarrestabile calo demografico. La popolazione, rivelano gli ultimi dati elaborati dall’Ufficio statistica del Comune, si è ormai stabilizzata attorno ai 208 mila abitanti. E tra la fine del 2008 e i primi mesi del 2009 è stata registrata addirittura una crescita. Crescita contenuta, appena poche decine di residenti in più, ma sufficiente a far tirare un sospiro di sollievo a cittadini e amministratori. Dopo decenni di crollo verticale - dal 1966 al 2005 Trieste è passata da 281 mila residenti al valore attuale, con perdite in media di 1000-1500 unità all’anno -, il trend negativo sembra quindi essersi interrotto.
La conferma dell’inversione di tendenza annunciata dai dati parziali relativi al primo semestre 2008 arriva dalla fotografia scattata nel mese di febbraio. Mese che si è chiuso a quota 208.669 residenti, contro i 208.643 di gennaio, i 208.599 di dicembre e i 208.504 del febbraio del 2008. Il merito dell’aumento va attribuito essenzialmente al dinamismo dei flussi migratori. Trieste è evidentemente tornata a essere attrattiva agli occhi degli stranieri, al punto che gli arrivi di chi approda per la prima volta in città hanno ormai significativamente superato le partenze di quanti, pur nati e cresciuti qui, hanno poi scelto di allontanarsene per lavoro o magari, più semplicemente, per prendere casa a Sgonico piuttosto che a Monfalcone.
In febbraio gli immigrati stabilmente inseriti nel contesto cittadino sono stati 393 a fronte dei 199 triestini ”emigrati” altrove (il mese precedente gli arrivi erano stati 375 e le partenze 155). Un saldo nettamente positivo (+194 abitanti) che riesce a compensare il divario ancora fortemente sbilanciato tra nascite e morti.
Nel secondo mese dell’anno sono venuti infatti alla luce 108 nuovi triestini (erano stati 147 a gennaio), di cui 95 nati nel Comune, 11 in altre città italiane e altri 2 all’estero da genitori iscritti all’anagrafe cittadina. Ma nello stesso mese è stato registrato un numero di morti due volte superiore: i decessi sono stati infatti ben 270, di cui 120 uomini e 150 donne.
Un dato, quest’ultimo, che va necessariamente messo in relazione all’età della popolazione triestina, notoriamente tra le più vecchie d’Europa. A febbraio 2009 gli ultrasessantacinquenni erano 57.404, vale a dire il 27,51% dell’intero campione. I bebè tra 0 e 4 anni erano invece 7.751, pari al 3,71% del totale, gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni 7834 (3,75%), mentre i 40-44enni, in assoluto la fascia d’età più consistente, erano 16.890 cioè l’8,08%.
A rendere bene l’idea della ”maturità” dei triestini sono anche gli indici statistici: quello di vecchiaia spiega per esempio che per ogni 100 giovanissimi tra 0 a 14 anni vivono in città 253 persone con più di 65 anni, mentre quello usato per calcolare il ricambio della popolazione attiva parla di 185,93 persone tra i 60 e i 64 anni per ogni 100 ragazzi tra i 15 e i 19. Impossibile invece, per il momento, conoscere gli altrettanto efficaci quozienti di natalità e mortalità: entrambi, infatti, si calcolano sulla base dei dati raccolti almeno in sei mesi.
Fin qui le suddivisioni per fasce d’età. Quanto invece al rapporto tra uomini e donne, i dati dell’osservatorio statistico evidenziano una netta prevalenza femminile. Su 208.669 abitanti censiti a febbraio, 110.206 erano donne, a fronte di 98.463 uomini. E la ”quota rosa” aumenta con il passare dell’età: nella fascia compresa tra i 65 e i 69 anni, per esempio, a fronte di 6.838 uomini si registravano 8.135 donne.
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