Resa dei conti a destra, Bandelli: patto regionale tra i delusi del Pdl

L'ex assessore triestino vuole allargare la sua associazione a Gorizia, Udine e Prdenone. E sul caso Rosolen dice: non interessa niente di quello che Tondo farà della Rosolen pur essendo la mia compagna di vita
Franco Bandelli
Franco Bandelli
TRIESTE Lo chiamano già “il patto di Gradisca” e dietro questa intesa tra i consiglieri dissidenti triestini, che fanno capo a Franco Bandelli, e i consiglieri goriziani del Pdl (per ora Carlo Carruba, Francesca Colombo, Franco Hassek e Riccardo Stasi) pronti a fondare “Un’altra Gorizia”, c’è la volontà di creare un’associazione che abbia valenza regionale. Non fuori dal Pdl, ma dentro il partito, per essere pungolo o forse spina nel fianco di una dirigenza «completamente apatica» dice Bandelli.


«E dopo il patto con i fratelli isontini – rilancia il fondatore dell’associazione giuliana che venerdì sera ha incontrato i colleghi a Gradisca – ben vengano contatti con i cugini friulani e pordenonesi».


Un’altra Trieste, l’associazione creata da Bandelli, esce dai confini comunali proprio mentre il caso Alessia Rosolen ha acquisito una valenza regionale e non solo visto che la grana locale rischia di avere ripercussioni sul partito anche a livello nazionale. Ma la dirigenza del partito preferisce tenere un profilo basso. Sul caso Rosolen «si discuterà nel vertice del 28» si limita a ribadire il coordinatore Isidoro Gottardo mentre nessun commento arriva all’iniziativa di Bandelli.


Il vicecoordinatore e sottosegretario Roberto Menia usa poche ma eloquenti parole: «Il caso Rosolen non è in cima ai miei problemi» dice assicurando di non aver parlato dell’argomento con Tondo.


«Anche a me non interessa niente di quello che Tondo farà della Rosolen pur essendo la mia compagna di vita, così come a lei non interessava quando mi sono dimesso da assessore - risponde provocatoriamente Bandelli - La gente vuol sapere invece perchè non arriva la piattaforma logistica a Trieste o cosa ne sarà davvero della Ferriera».


Bandelli parla già come un candidato a sindaco di Trieste, ma ancora una volta chiarisce: «Non ho mai detto che mi candido. Mi candido senz’altro a costruire il futuro della città e della politica locale che ha perso completamente il contatto con la base e che è diventata solamente una spartizione di poltrone. Noi non siamo personalisti ma realisti. Dove è finito il dogma su cui si posava tutto: dove è la meritocrazia, l’appartenenza su cui si fonda la destra? La gente non ci perdonerà questo. Quando sono uscito dalla giunta ho chiesto di fare le primarie. Mi è stato risposto che lo statuto non lo prevede, ma gli statuti si cambiano. C’è forse paura del consenso?». «Un’altra Gorizia, che sarà costituita formalmente entro un mese - spiega il referente Carlo Carruba - nasce da una costola di consiglieri comunali isontini che confermano piena fedeltà al sindaco, ma che si propongono quale “anima critica” nei confronti della giunta».


«Giunta che sta operando poco nel territorio – dice Francesca Colombo - abbiamo sposato la filosofia di Un’altra Trieste di ascoltare la base per fare sì che la politica possa davvero rispondere ai bisogni dei cittadini. Dei cittadini, purtroppo, ci si ricorda solo ogni cinque anni, prima del voto».


Anche gli isontini guardano alla possibilità di estendere il progetto in Friuli: «A Udine e Pordenone il centro destra è in minoranza per cui è più semplice che l’associazione prenda piede non avendo le pressioni che ha un partito di governo».


L’associazione sarà aperta a tutti i cittadini, oltre che agli eletti: «Vorremmo la garanzia di una partecipazione sulle scelte importanti - dice Carruba - e non subire semplicemente la comunicazione delle cose già decise».


«Quanto ai rapporti con i vertici regionali del partito come consiglieri di Gorizia non abbiamo ancora discusso – spiega Carruba - personalmente posso dire che lo spazio per la partecipazione, anche durante l’assemblea di Palmanova, finora è stato davvero poco». RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo