REPORTAGE “Bruciata” dal gelo la selva di Tarnova
Bruciate dall’acqua. Nell’ossimoro la drammatica realtà delle foreste “goriziane” di Loqua e Tarnova. Ci vorranno molti anni, prevedono gli esperti, prima che quella natura selvaggia e allo stesso rassicurante torni ad avvolgere di fresco e di verde le nostre estati.
Il gelicidio che a febbraio ha intaccato gran parte del patrimonio boschivo sloveno ha presentato il conto, molto salato, nella zona della Primorska. In tutta la Slovenia i danni stimati ammontano a 149 milioni di euro. Una fetta non secondaria è contabilizzata a due passi da Gorizia. I ventidue chilometri di salita che separano il capoluogo a Loqua sono scanditi dall’angoscia di osservare una selva agonizzante. Il gelicidio è un fenomeno non frequente ma devastante, sempre a quanto dicono gli esperti. In inglese ha un nome minaccioso: “black ice”, ghiaccio nero. In italiano è noto come gelicidio. È la pioggia che si congela al suolo, quasi istantaneamente. Un fenomeno naturale dagli effetti potenzialmente devastanti.
Le conseguenze negative sono tante e tutte preoccupanti. Prima di tutto le piante. Agli alberi anche secolari è stata tolta la linfa vitale. Il suolo è bruciato. Il sottobosco è un cimitero di detriti legnosi, potenziale spaventoso innesco per gli incendi. Sono al lavoro decine di persone per pulire quanto più possibile. Cataste di tronchi, cumuli di ramaglie sono quanto resta di buona parte della foresta, patrimonio ambientale di primaria importanza parimenti a quello storico. Sterminati boschi di faggio e abete bianco, uniti e regimentati da un fitto reticolo di strade bianche ora anch’esse in buona parte fuori uso. Otto riserve forestali hanno conservato fino ai giorni nostri l’immagine della natura così come possiamo immaginare la vedevano i nostri avi. Sicché a pochi chilometri dall’urbanizzazione ecco la possibilità di immergersi in un mondo di silenzi rotto solo dai versi di animali o dalle melodie dei fusti e dei rami piegati dal vento.
La municipalità di Nova Gorica ha stanziato 46 mila euro per i primi interventi di bonifica. Ma la posta è insufficiente. Non secondario è il fatto che molte utenze sono ancora sprovviste di corrente elettrica sempre a cause del gelicidio. Si calcola che almeno il settanta per cento delle foreste sia stata seriamente compromessa. Lavorano alacremente vigili del fuoco, esercito, volontari della protezione civile, polizia e dipendenti della Società elettrica Primorska.
Chi nelle settimane scorse è transitato lungo la strada che conduce a Loqua è rimasto sconcertato a dir poco da quanto visto. Ora il primo tepore ha chiamato a raccolta un po’ di fresco prativo, qualche primula è sbocciata conferendo al quadro generale tinte meno grigie. Ma il danno c’è e si vede. Provata la fauna da una devastazione del generale.
La foresta impressione: è come incontrare dopo tanto tempo una persona ricordata per la capigliatura folta e notare invece, di primo impatto, quanto radi siano diventati i suoi capelli.
Per chi crede ai segni allora ecco uno spunto di riflessione: il gelicidio ha deturpato la foresta come cent’anni fa fecero, in misura decisamente più devastante, obici e proietti, lanciafiamme e avanzate di truppe durante la Prima guerra mondiale.
Ecco, oggi dopo un secolo forse la natura sta dicendo di non aver dimenticato ancora quell’oltraggio. È come se parlassero gli alberi cresciuti custodendo tra le radici chissà quanti resti di tanti soldati ignoti.
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