Renzo Travanut “tutor” di Grim nella segreteria regionale Pd

Il grande vecchio del partito tra i dieci componenti della cabina di regia dem. Oggi l'assemblea di Pasian di Prato con l’investitura ufficiale per la giovane triestina
Foto BRUNI Trieste 16 04 2011 Francesco Russo-Antonella Grimm-
Foto BRUNI Trieste 16 04 2011 Francesco Russo-Antonella Grimm-

TRIESTE. C’è anche Renzo Travanut nella nuova segreteria regionale del Pd. «E Antonella Grim si sentirà protetta» sussurra, velenoso, un democratico. La sfida della neosegretaria - oggi a Pasian di Prato la sua proclamazione senza primarie - è appunto quella di vincere le perplessità di chi ancora non la conosce. Per questo, anche per questo, il grande vecchio del partito l’accompagnerà nel lavoro.

Travanut sarà capo di una segreteria a 10 teste, divise tra renziani (5), cuperliani (3) e civatiani (2). C’è posto naturalmente per i candidati che hanno accettato il passo indietro nel segno dell’unità: il sindaco di Staranzano Lorenzo Presot, che si occuperà di enti locali, e il giovane triestino Francesco Foti, con delega alla comunicazione. Tra gli altri nomi quelli di due donne: la giovane friulana Martina Andenna ed Elisabetta Pian, sindaco di Sagrado. Mentre ancora ieri sera si andava cercando l’indicazione per il presidente dell’assemblea (sarà un udinese di area Cuperlo).

Rinnovamento, certo. Ma la presenza di Travanut è un prudente ancoraggio all’esperienza. Una sorta di “tutor”? «Una risorsa per il partito» risponde Grim dicendosi «emozionata» ma anche convinta di poter allontanare i dubbi di chi si aspettava un segretario con già certificate capacità di regia. «Più che perplessità - prosegue l’assessore comunale - ho visto prevalere in questi giorni nei circoli un atteggiamento di curiosità. Cercherò di soddisfarla con una relazione programmatica snella ma concreta». La neosegretaria avrà il compito non facile di sostenere la giunta regionale dimostrando però autonomia. Soprattutto da Debora Serrachiani che, di fatto, ha imposto la soluzione Grim a un partito spaccato, a partire dalla maggioranza renziana. «Non mi dimenticherò degli enti locali», è non a caso una delle rassicurazioni di Grim in un quadro strategico in cui il Pd Fvg «dovrà dimostrare la maturità e la responsabilità di essere partito di governo e delle riforme, stimolando le istituzioni a un rinnovamento fin qui troppe volte rinviato».

Il clima non pare in realtà quello delle grandi occasioni. Non per responsabilità locale, ma perché le fibrillazioni nazionali hanno evidentemente spostato l’attenzione a Roma. «Quello che mi aspetto dall’insediamento della nuova assemblea - dice il senatore Francesco Russo - è che segni la definitiva chiusura delle polemiche delle scorse settimane. L’importante, vista la situazione, è che abbiamo saputo superare le divisioni». «Lo spirito - aggiunge il deputato Ettore Rosato-– sarà quello dell’unità. Nella consapevolezza di aver affidato il partito a una persona giovane e in grado di esprimere un rinnovamento reale, oltre che di sostenere il lavoro serio e importante che stiamo facendo in Regione». Un’unità rimarcata anche da Presot: «È opportuno avere dato un segnale di serenità a iscritti ed elettori disorientati da quanto sta succedendo nella capitale». Il blitz di Renzi? «Siamo preoccupati più che critici. È una scelta ad alto rischio, speriamo non ci faccia saltare in aria». In un appuntamento, quello di oggi, che servirà anche all’elezione del presidente dell’assemblea, del tesoriere e della direzione regionale, dovrebbero mancare quasi del tutto le voci contrarie. Forse quella di Enzo Martines, il solo esponente regionale che si è opposto alla staffetta al governo. E poi quella di Mauro Travanut: «Non so se ci andrò. Il Pd regionale ha accettato lo spirito del neocinismo, vale a dire il passaggio dallo “staisereno” alla pugnalata alla persona». Il consigliere friulano passa dalla storia («Nemmeno Machiavelli disse che il fine giustifica i mezzi») al presente: «Chi ha iniziato con il concetto della rottamazione non poteva che avere in serbo il veleno blasfemo di una visione politica che calpesta l’uomo. Serracchiani? Ha retto la vicenda e non ne sono sorpreso». Una vicenda che l’ex capogruppo Gianfranco Moretton legge già come «da ultima spiaggia».

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