Regione, truffa da 300mila euro

La Bioallergy aveva aperto Trieste solo per ottenere agevolazioni per l’innovazione, poi si era trasferita
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 16 09 04 - BIC - Via Flavia
Lasorte Trieste 16 09 04 - BIC - Via Flavia

Si chiama Raffaella Faustini, 75 anni. Il pm Lucia Baldovin la accusa di aver truffato la Regione Friuli Venezia Giulia. Come legale rappresentante della Bioallergy international un’azienda di ricerca farmaceutica che aveva sede all’interno del Bic in via Flavia, ha ottenuto un contributo europeo di circa 300mila euro concesso nell’ambito della direttiva 2. Ma subito dopo aver ricevuto il denaro regionale, stando all’accusa, Raffaella Faustini ha improvvisamente trasferito, come hanno scoperto gli investigatori del Gruppo della Guardia di finanza, la sede della società nei pressi di Civitavecchia che è in provincia di Roma. Disattendendo di fatto così quanto previsto dalle norme relative appunto a questo genere di contributi destinati alle aziende di eccellenza. Che prevedono che l’attività di ricerca in regione prosegua per 5 anni.

Nei giorni scorsi il pm Baldovin ha disposto l’applicazione della norma che prevede il sequestro della somma per l’equivalente ottenendo dal gip il decreto. In pratica gli investigatori della Guardia di finanza hanno messo le mani sul patrimonio di Raffaella Faustini per l’ammontare della somma di 300mila euro. Denaro che andrà restituito alla Regione. A nulla è infatti servito il ricorso al Tribunale del riesame da parte dei difensori della legale rappresentante della società farmaceutica ora non più al vertice che, secondo la procura, aveva scelto Trieste, solo per ottenere i contributi e poi se n’è andata. Il giudice ha infatti confermato il provvedimento chiesto e ottenuto dal pm Baldovin.

L’inchiesta è scattata nel 2011. Gli investigatori della Finanza avevano accertato un rilevante debito nei contronti dell’erario da parte della società farmaceutica che faceva riferimento a Raffaella Faustini. In totale una cifra vicina a un milione di euro.

Sono scattati i controlli e le verifiche che avevano evidenziato il “trasferimento” sospetto da Trieste a Roma. Poi gli investigatori hanno scoperto anche il motivo: 300mila euro. Che erano stati pagati grazie a un contributo europeo alla Bioallergy nell’ottica dello sviluppo delle aziende di eccellenza e di ricerca d’avanguardia a Trieste. Ma, come detto, dopo poco c’è stato il trasloco a Civitavecchia.

Non solo. Dagli accertamenti è emerso che la società era stata ceduta come ramo d’azienda a un cittadino romeno che poi è risultato irreperibile. Insomma sparito, proprio come il denaro versato dalla Regione.

La Bioallergy international risulta fondata nel 1989 con la finalità di avviare, nell'ambito del Bic Friuli Venezia Giulia, un’unità produttiva di reattivi innovativi. Ha prodotto un’ampia gamma di test per la diagnostica immuno-allergologica per le principali famiglie di allergeni: acari, alimenti, epiteli, pollini di graminacee, erbe ed alberi, muffe, insetti, farmaci professionali. Aveva una sede commerciale a Roma e altre sedi operative nel Sud America.

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