Regione: «Sul rigassificatore deve decidere il ministero»

Delibera della giunta Tondo che evita di assumere una posizione netta. Nè sì nè no Dice di non avere sufficiente documentazione sulle criticità espresse dall’Authority
Di Gabriella Ziani
Lasorte Trieste 28/11/12 - Piazza Unità, Manifestazione Contro Rigassificatore
Lasorte Trieste 28/11/12 - Piazza Unità, Manifestazione Contro Rigassificatore

La Regione non ritiene documentato il previsto aumento di petroliere Siot nella baia di Zaule che potrebbero “cozzare” con le gasiere di Gas Natural. Nè quello di navi commerciali in porto in conseguenza delle infrastrutture previste dal nuovo Piano regolatore portuale. Pertanto oggi non ritiene che queste “novità” siano in grado di ribaltare le valutazioni sull’impatto ambientale del 2007 circa la convivenza nella Baia di Zaule con il rigassificatore. Una delibera di otto pagine risponde alla richiesta di supplemento di istruttoria del ministero dell’Ambiente, avviata dopo che l’Autorità portuale ha prodotto a fine 2012 documenti espliciti su entrambi i mutamenti di scenario. E dopo che in Comitato portuale è stato votata quasi all’unanimità (Comuni di Trieste e Muggia e Provincia in testa) una delibera che, per questi motivi, e sulla base di uno studio che proiettava la crescita dei traffici commerciali al 2020, dava “nulla osta” all’Autorità portuale stessa di esprimere un “no” al ministero dello Sviluppo economico, in sede di autorizzazione unica a Gas Natural: gasiere ostacolo insuperabile allo sviluppo dei traffici.

La delibera regionale si limita a ricordare le osservazioni (non il parere tecnico, che non ci fu) espresso dalla Regione nel 2007 nel procedimento per la Valutazione d’impatto ambientale. Disse allora che un parere motivato non si poteva dare, perché Gas Natural non aveva presentato un adeguato piano dei rischi, descrivendone le mancanze. Analogamente oggi soltanto «pone all’attenzione del ministero» i pareri negativi degli enti locali, e altre due questioni da valutare. La prima: non c’è compatibilità tra i documenti urbanistici, il Piano regolatore del porto (ancora in esame) non prevedere un rigassificatore. La seconda: se il ministero dell’Ambiente chiede (come infatti ha chiesto) il suggerimento di una eventuale diversa localizzazione del rigassificatore, è evidente che, se si sposta, l’impianto va messo da tutt’altra parte, non “un po’ più in là”. Pertanto il progetto sarebbe da rifare completamente. E tutto l’iter amministrativo.

La Regione insomma smonta la tesi dell’Authority, condivisa in pieno dal territorio. E dice che l’aumento attuale dei traffici non sposta le analisi già predisposte da Gas Natural per la Via precedente. Nulla c’è da aggiornare dunque.

Fino all’altro giorno lo scenario, gravato dai netti dissensi degli enti locali e di ampie fasce d’opinione, sembrava compattato dopo l’atteso parere dell’Authority. Che era uscito all’ultimo minuto, ma in maniera estremamente forte. Col supporto a favore perfino del rappresentante in Comitato portuale del ministro delle Infrastrutture (notoriamente a favore del rigassificatore a Trieste).

Ma il pezzo forte, e cioé l’analisi dei traffici, e lo sviluppo del porto («auspicato dalla Giunta regionale» dice la delibera), viene dalla Regione depotenziato come strumento di valutazione. Servono «ulteriori adeguati studi», e le conseguenti valutazioni della Regione «devono essere integrate nelle opportune sedi non attinenti specificamente la materia della Valutazione d’impatto ambientale».

Sembra in questa partita d’intravedere i tentativi tecnici del ministero dell’Ambiente (Corrado Clini) di ripensare il processo di autorizzazione, con il concorso infine di tutti gli enti, e la tendenza riconfermata della Regione di appoggiare piuttosto gli intenti del ministero dello Sviluppo (Corrado Passera).

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