Regione, si dimette il direttore generale Viero

Illy scrive una e-mail ai dipendenti dell’amministrazione: grazie per la vostra collaborazione
Andrea Viero
Andrea Viero
TRIESTE Riccardo Illy continua il suo silenzio pubblico. Ma in mattinata arriva il suo primo atto pubblico dopo la sconfitta maturata nell’ultimo week-end. Ringrazia i dipendenti regionali inviando loro un’e-mail. Un gesto coerente con il suo credo espresso più volte nei quindici anni di attività al servizio della comunità. Un gesto da amministratore che si congeda dai suoi collaboratori. La stessa scelta, per quanto scontata, viene fatta anche da Andrea Viero che rassegna le dimissioni dalla carica di direttore generale della Regione. Viero è il primo di quella che entro un paio di settimane sarà una lunga lista.


Il binomio Illy-Viero si è consolidato lungo una decina d’anni, da quando cioè, l’allora sindaco di Trieste chiamò il manager a riorganizzare la macchina amministrativa del Comune giuliano. Viero è stato poi nel 2003 il primo a ricoprire l'incarico di Direttore Generale, istituito proprio dalla Giunta Illy. Ieri ha salutato i collaboratori più stretti e ha consegnato ai vertici dell'amministrzione regionale una lettera di dimissioni.


L’ex direttore generale non ha rilasciato commenti all’uscita dal palazzo dove di prima mattina si è recato anche Illy. «A conclusione del mio mandato di Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia - ha scritto Illy nella mail inviata - desidero ringraziare tutti i collaboratori per il lavoro svolto in questi cinque anni». La mail, che è intitolata semplicemente «grazie», si conclude con «i migliori saluti» del presidente uscente ai dipendenti della Regione.


Ma il dibattito sulla scelta, almeno per il momento, di non fornire spiegazioni o ringraziare ai quasi 350 mila elettori che gli hanno dato il voto, è vivo nelle file del centrosinistra. Tutti i leader di Intesa democratica rispettano la scelta di Illy sul piano umano. Ma in molti, magari sottovoce, avrebbero gradito un’analisi pubblica di una sconfitta che, dati alla mano, non boccia i cinque anni di governo ma sono stati determinati dallo tsounami nazionale scatenato dall’ondata leghista.


Anche perchè un ultimo aiuto a Intesa, o a quello che resta di una coalizione costruita per governare e ora senza un leader e senza un programma, potrebbe far comodo. Perchè se Illy, come ha annunciato da settimane, «tornerà in azienda», gli altri dovranno raccoglere i cocci e ripartire. Chi è sempre stato a fianco di Illy (con un rapporto più freddino negli ultimi due anni) come Uberto Fortuna Drossi dei Cittadini non è sorpreso. «Riccardo Illy è una persona che vuole analizzare la situazione a mente fredda - dice Drossi -. Non ha ringraziato finora i 350 mila perchè si sente tradito dagli altri 60 mila che hanno dato la vittoria a Tondo. I messaggi forti e chiari di Tondo evidentemente hanno funzionato più dei nostri anche se l’election day ha avuto un peso determinante. È mncata un po’ la sua presenza a Trieste ma i Cittadini non sono morti. Comiceremo a lavorare in vista delle europee assieme ai colleghi del triveneto».


Cristiano Degano, che lascerà la prossima settimana ogni incarico istituzionale, per ritornare alla professione di giornalista ammette. «C’è pieno rispetto per le reazioni di Riccardo - dice -. Io credo, e in questo modo mi sono sempre comportato, che è giusto essere presenti soprattutto quando si perde per una forma di rispetto nei confronti dei cittadini che sono amareggiati anche più di noi. Illy comunque ha sempre detto che è un imprenditore prestato alla politica, anzi all’amministrazione pubblica e si sta comportando con coerenza. Il centrosinistra deve prepararsi a fare bene l’opposizione. L’abbiamo già fatto dal 1998 al 2003». Non commenta la scelta di Illy il segretario regionale del Partito democratico Bruno Zvech che pensa già al futuro: «Il Pd è giovane e ha raccolto un terzo dei voti sia in Italia che nel Fvg. Ora dobbiamo avere il coraggio di rinnovarci».

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