Regione, scontro sulle paghe degli addetti pubblici

Sindacati in pressing sull’Anci per sbloccare gli stipendi del comparto unico fermi da sette anni
Una manifestazione di lavoratori del comparto unico organizzata sotto il palazzo del Consiglio regionale
Una manifestazione di lavoratori del comparto unico organizzata sotto il palazzo del Consiglio regionale

TRIESTE. «I sindaci hanno risparmiato 490 milioni di euro dal 2009, ma non hanno accantonato alcunché. E adesso si tirano indietro». Mafalda Ferletti non nasconde che i temi sul tavolo legati alla riforma del comparto unico sono tanti. Alcuni non li digeriscono nemmeno i Comuni e lo hanno rimarcato in un documento inviato per conoscenza alle organizzazioni sindacali.

Comparto unico Fvg, offensiva per il contratto
La sede della giunta regionale in piazza Unità

Ma, nell’attesa di trovare una convergenza sulla riforma, la segretaria della Cgil Fp rimarca una volta ancora che il nodo risorse «rimane irrisolto». Risorse da leggere come aumenti di stipendio: «I 14mila lavoratori del pubblico impiego di Regione ed enti locali non vedono un centesimo in più in busta paga da sette anni». E dunque, ecco la richiesta: «I Comuni stanzino la copertura per i rinnovi contrattuali nei bilanci di previsione 2016».

Ferletti, assieme ai colleghi di Cisl e Uil, ha incontrato l’Anci Fvg e ha parlato chiaro al presidente Mario Pezzetta. Il riscontro? «Un incontro del tutto insoddisfacente sul fronte contrattuale». Il motivo è semplice: «Per ogni anno dal 2009 a oggi i mancati rinnovi e il blocco del turnover hanno prodotto risparmi per un’ottantina di milioni. Un totale di quasi 500 milioni che i Comuni hanno evitato di spendere senza però preoccuparsi che, prima o dopo, la situazione sarebbe ritornata normale. Vale a dire che i lavoratori avrebbero dovuto vedersi riconoscere i legittimi incrementi di salario». Così legittimi che, ricorda il sindacato, è intervenuta pure la Corte Costituzionale.

Regione, scatta la “dieta” per i quadri di Palazzo
Il palazzo della Regione in piazza Unità

In una nota spedita a Regione, Anci, Upi e Uncem Fvg la Cgil ribadisce che la Consulta, con la sentenza 178 del 2015, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del regime di sospensione della contrattazione collettiva ferma dal 2009. «Dato che quel verdetto è diventato efficace dal 30 luglio dell’anno scorso - spiega Ferletti -, in previsione del rinnovo contrattuale per il triennio 2016-2018 e per il periodo agosto-dicembre 2015 sollecitiamo le amministrazioni sulla necessità di prevedere le risorse necessarie a copertura degli oneri contrattuali sin dal bilancio di previsione del corrente anno. Senza dimenticare naturalmente l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale nei termini stabiliti dalle norme vigenti».

Con la stessa cifra che gli enti hanno risparmiato in un solo anno, insiste Ferletti, «sarebbero possibili ben due rinnovi contrattuali». Insomma, dal punto di vista sindacale, si può e si deve fare. «Peccato - rileva l’esponente sindacale – che Pezzetta abbia candidamente ammesso che nessuno ha pensato bene di mettere da parte il denaro in questo lungo periodo di stallo e che si ipotizza il collegamento del rinnovo contrattuale a una riforma che miri all’efficientamento della pubblica amministrazione. Ma se abbiamo bisogno di altre riforme, quelle delle Uti e del comparto cosa sono?».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo